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HomeStorie di famigliaMarie-Noëlle Ieva-Abot

Autore: Marie-Noëlle Ieva-Abot

Ritratto del 1910 di Gio Batta Simonutti seduto

I- La vita a Pinzano-al-Tagliamento

La mia famiglia materna è originaria del Friuli. Gli antenati di mio nonno, Giovanni Battista Simonutti, provenivano dal paese di Pinzano al Tagliamento. Gli antenati di mia nonna, Anna Iop, vivevano invece a Spilimbergo, una graziosissima cittadina medievale.

Giovanni Battista, muratore, sposa Anna, contadina, il 2 Aprile del 1913 a Pinzano.

In questo periodo, gli abitanti di Pinzano vivono nella miseria ma in modo dignitoso. L’economia è quasi esclusivamente fondata sull’agricoltura. Tutte le terre sono coltivate e l’unica fonte di guadagno complementare è l’allevamento dei bachi da seta. D’inverno, pressappoco tutti gli uomini emigrano per lavoro, spesso all’estero, e tornano a casa nella stagione estiva per dedicarsi al taglio della legna e ai lavori agricoli. Solo nei primi anni del XX secolo cominciano a svilupparsi delle prospettive d’impiego con, in primo luogo, la costruzione del Ponte sul Tagliamento e poi con la costruzione della linea ferroviaria Casarsa – Gemona.

Ritratto del 1916 a Pinzano del Tagliamento di Anna Iop, Santa e Domenica Simonutti

Nostra madre, Santa, nasce il 5 novembre 1914. Si racconta che nostro nonno, grande appassionato d’opera, volesse chiamarla Tosca, ma nostra nonna non ha ceduto!

La coppia si stabilisce nella casa detta « Ca Baron » a Pinzano, che si trova in un cortile e che è composta, al piano terra, da una cucina e da un saloncino. Al piano di sopra ci sono due camerette e un solaio raggiungibile per mezzo di una scala esterna.

La Prima Guerra Mondiale scoppia il 28 luglio del 1914. Nel maggio del 1915, l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheria. Giovanni Battista, che fa parte del 2° Reggimento Granatieri, raggiunge la zona bellica il 9 maggio del 1916 mentre il reggimento si trova in un’area di riposo vicino a Udine, tra due battaglie. Dal maggio al giugno del 1916 combatte sull’altopiano di Asiago poi sul Carso vicino a Gorizia.

Alla fine dell’anno 1916, Anna si reca dal fotografo con Santa e Domenica, sua cognata. Probabilmente invia questa fotografia a Giovanni Battista che è al fronte. Sulla foto il suo volto porta le tracce di un dolore terribile. La sua sorella minore, Rosina, di 25 anni, si è buttata sotto un treno il 16 novembre a causa di una pena d’amore.

Santa raccontava un episodio confidatole da sua madre, di cui aveva reminiscenza. Alla fine dell’ottobre 1917, dinanzi all’avanzata delle truppe austriache, la famiglia sarebbe fuggita in calesse in direzione di Casarsa. Una granata sarebbe esplosa e il cavallo si sarebbe quindi impennato.
Mia nonna avrebbe avuto la reazione istintiva di buttare il grande cesto in cui si trovava mia madre nelle braccia di una persona che stava avanzando a piedi, salvandole così la vita.

Il 2° Reggimento Granatieri che è rimasto sul Piave fino alla vittoria, è in seguito inviato a Fiume. Giovanni Battista è congedato all’inizio dell’estate del 1919.

Ritratto del 1926 a Pinzano del Tagliamento di Santa e Rigoletto Simonutti

Il 26 luglio, la sorella di Giovanni Battista, Domenica, muore. Sul certificato di morte della parrocchia, è indicato che tutto il paese è presente al suo funerale.

Il 13 agosto del 1919, Anna subisce una nuova prova : sua sorella Italia muore di tifo.

Finalmente una buona notizia viene a rallegrare la vita di Anna e Giovanni Battista. Il 6 marzo del 1920, Anna mette al mondo un figlio, Rigoletto. Questa volta nostra nonna è costretta ad accettare il nome, ma nostro zio si farà chiamare Pierre…

La povertà e l’arrivo al potere di Mussolini costringono la famiglia a partire per la Francia. Alla fine della Grande Guerra il Friuli è devastato dalle distruzioni: la spoliazione sistematica messa in atto dall’esercito austro-tedesco nel 1917 – 1918 ha infatti distrutto il settore agricolo e industriale; le difficoltà finanziarie dello Stato Italiano impediscono il lancio di un programma di lavori pubblici di ricostruzione. Il ritorno dei rifugiati e la smobilitazione dell’esercito fanno aumentare la disoccupazione e le tensioni interne. Il dopoguerra è quindi caratterizzato dall’ « urgenza » di partire. Il lavoratori friulani si dirigono principalmente verso la Francia, che ha subito gravi perdite durante il conflitto e ha bisogno di energie nuove per rilanciare la ricostruzione delle zone che sono state devastate dai combattimenti.

Ritratto di Michele Ieva e Santa Simonutti nel giorno del loro matrimonio, 21 marzo 1936

II – La vita in Francia

Giovanni Battista sarebbe andato in Francia nel 1922, per lavorare come muratore a Le Nouvion en Thiérache, un paese dell’Aisne, in una zona devastata dai bombardamenti.

Durante l’inverno del 1925, Giovanni Battista è assunto, con una squadra di operai francesi e italiani, sul cantiere di costruzione del Château du Lieu Notre-Dame a Romorantin-Lanthenay (Loir et Cher). Gli operai sono alloggiati sul posto. Tra di loro troviamo Luigi e Agostino Simonutti, originari di Pinzano, che provengono da un altro ramo.

Nel maggio del 1926, Anna e i suoi due figli raggiungono Giovanni Battista. Prendono il treno a Mestre, dove li aspetta Ida, la sorella più piccola di Anna. Ida, che sarà più tardi la cameriera della cantante Toti dal Monte, gli offre dei regali per la partenza. A Parigi, Giovanni Battista li aspetta sui binari della Gare de Lyon. Prendono il treno per Romorantin. Anna cucina per tutti gli operai. Santa e Rigoletto vengono scolarizzati. Santa, che mostra di essere un’alunna bravissima, è incoraggiata dalla sua maestra.

Nel luglio del 1928, la famiglia va ad abitare nel villaggio La Coulonche (Normandia) Giovanni Battista partecipa al restauro del Château de Beaumont. Esiste una foto di classe, anno 1927 – 1928, in cui appare nostro zio Rigoletto con il berretto alla francese.

Carta d’identità di Santa Simonetti per gli stranieri italiani

Nel novembre del 1928, un amico di Pinzano, Giovanni Battista Tisin, spinge Anna e Gio Batta, ad andare a vivere a Bures-sur-Yvette, a una ventina di chilometri a sud di Parigi. Qui affitteranno una casa modesta, al numero 14 dell’avenue du Maréchal Foch. Gio Batta lavorerà in proprio per la costruzione di case a Bures-sur-Yvette. Nel gennaio del 1929, Santa trova un impiego in un ristorante vicino alla casa della famiglia, in cui resterà fino al novembre del 1930. Nell’aprile del 1933, è assunta come « petite bonne » (giovane donna di servizio) al Moulin de Bures. Si affeziona molto alla sua « patronne » (padrona) – come la chiama lei – Jeanne-Lucienne Botté.

Agli Archivi Dipartimentali delle Yvelines, ho scoperto con sorpresa la richiesta della carta d’identità per stranieri fatta da nostra madre. Non appaiono date, ma dovrebbe essere stata rilasciata verso il 1932/1933. Santa avrebbe avuto dunque 18 o 19 anni. Si noterà la dicitura « bonne à tout faire » (donna di servizio) che sostituisce quella di « femme de ménage » (donna delle pulizie)…

Rigoletto, dopo avere ottenuto il suo Certificat d’Etudes (la Licenza Elementare), viene iscritto all’Ecole du Centre a Palaiseau, al fine di ottenere il Diploma Nazionale del Brevet (corrispondente al nostro Diploma di Licenza Media).

Nel 1935, Santa incontra nostro padre, Michele Ieva, originario di Andria (Puglia), a Orsay, in un caffè danzante frequentato dalla comunità italiana. I due si sposano il 21 marzo del 1936 al Municipio di Antony (8 km a sud di Parigi) e vanno ad abitare al primo piano della casa comprata dai miei nonni paterni nel 1932, al n. 2bis della rue Pernoud a Antony. Gio Batta non avrebbe assistito alla cerimonia, in quanto ostile all’unione di nostra madre con un italiano del sud!

Da questa unione nasceranno quattro figli, mia sorella Colette nel 1936, mio fratello Michele nel 1942, io stessa nel 1949 e mio fratello Dominique nel 1956.

Nel 1943, Rigoletto è chiamato in Germania per il Servizio del Lavoro Obbligatorio. Dato che parla tedesco, lavora come segretario di un ufficiale in un campo a 10 km da Colonia.

Il 1° aprile del 1949, Giovanni Battista e Anna, ottengono la cittadinanza francese, nonostante l’avviso contrario del prefetto di Versailles, nella sua lettera del 15 marzo del 1948, per il fatto che « leur âge ôte à leur intégration à la communauté tout intérêt démographique » (la loro età priva la loro integrazione alla comunità di un qualsiasi interesse demografico)…

Il 29 luglio del 1950, Rigoletto sposa Simone Kientzi a Gif-sur-Yvette. Rigoletto e Simone avranno un figlio, Christian, nato nel 1954. Vivranno nella casa che si trova al n.79 dell’avenue des Tilleuls a Bures-sur-Yvette.
Giovanni Battista e Anna ritorneranno a Pinzano solamente nell’agosto del 1960, accompagnati dai nostri genitori e dai miei fratelli. Un momento indimenticabile d’intensa emozione!

Nell’aprile del 1969, Giovanni Battista e Anna sono costretti a lasciare la loro casa: il proprietario vuole riprenderla per poterla vendere. Fanno costruire una piccola abitazione sul terreno di casa nostra a Antony. Giovanni Battista, che era caduto da una scala, è costretto a portare un busto ortopedico. Cammina con difficoltà. Lo rivedo, lo sguardo perso, seduto in giardino. E dire che noi ignoravamo che avesse preso parte alla Grande Guerra… Giovanni Battista misurava 1,78 m mentre Anna raggiungeva appena 1,45 m… Ma quando litigavano, in friulano, lei sapeva benissimo alzare la voce senza lasciarsi impressionare dalla statura imponente di suo marito.

Ritratto di Rigoletto Simonutti e Simone Kientzi nel giorno del loro matrimonio, 20 luglio 1950, con i genitori Anna Iop e Giovanni Battista Simonutti

Giovanni Battista è morto nel 1971. I nostri genitori torneranno spesso d’estate a Pinzano con Anna, che ci ha lasciato nel 1977, un anno dopo il terribile terremoto che ha fatto tante vittime in Friuli. Entrambi riposano nel cimitero di Antony, dove sono seppelliti anche i nostri genitori, Michele morto nel 1983 e Santa nel 2007.

Rigoletto, morto nel 2003, è seppellito nel cimitero di Gif-sur-Yvette, dove l’ha raggiunto sua moglie Simone nel 2012 e il loro figlio Christian, nostro cugino, nel settembre del 2017.

Sono andata più volte a Pinzano ma è nel settembre del 2018 che, con molta emozione, mi ci sono recata per la prima volta in compagnia di mio marito. Il paese è cambiato poco, il caffè e il negozio di alimentari hanno chiuso… La casa di famiglia è stata distrutta. Abbiamo anche avuto l’immenso piacere di scoprire la cittadina medievale di Spilimbergo, egregiamente restaurata.

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