I Gandini nell’Italia degli anni Trenta
Il fondo filmico ripercorre la vita della famiglia Gandini tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Quaranta del Novecento, nelle varie città in cui la famiglia, per motivi di lavoro del capofamiglia, ha vissuto: a Cagliari, a Incisa Val d’Arno (FI), a Tregnago (VR), ad Addis Abeba (Etiopia), a Modugno (BA) e ad Alzano Lombardo (BG), oltre alle località in cui la famiglia trascorreva le vacanze, in particolare a Rota Fuori, frazione di Rota Imagna (BG), e a Tregnago, dove la famiglia Gandini aveva nel corso degli anni Trenta acquistato una casa per trascorrere l’estate.
Il lavoro di approfondimento è stato possibile grazie alle interviste rilasciate tra il 2017 e il 2018 da due dei figli del cineamatore, Piero Augusto ed Elena Gandini.
È possibile ripercorrere la storia della famiglia Gandini attraverso l’edizione video del fondo filmico Augusto Gandini realizzata con il software Klynt.
(testi a cura di Karianne Fiorini)
I Gandini nell'Italia degli anni Trenta
I protagonisti
Augusto Gandini nasce il 1 agosto 1901 a Bergamo da una famiglia protestante valdese. Dopo gli studi di chimica all’Istituto Tecnico Industriale di Bergamo, nel 1925 comincia il suo apprendistato di chimico presso la sede centrale della Italcementi a Bergamo. Nel 1926 si trasferisce nella sede distaccata di Civitavecchia e l’anno successivo a Cagliari dove si trattiene fino all’estate del 1929. Nel biennio 1929-1930 comincia la sua carriera di direttore, prima nella sede della Italcementi a Incisa Valdarno (FI), poi a Tregnago (VR) tra il 1931 e il 1936. Dal 1936 al 1938 è ad Addis Abeba, in Etiopia, per la costruzione di una cementeria a Dire Daua, e tra il 1938 e il 1940 a Modugno (BA). Dalla Puglia si trasferisce poi ad Alzano Lombardo (BG), dove è incaricato di dirigere l’Officina Meccanica della Italcementi, e dove lavora dal 1939 al 1943, anno della sua morte.
Nel 1926 si unisce in matrimonio con Maria Olmo (Venezia, 1906 – Bergamo, 1996) a Civitavecchia, dove la coppia si era conosciuta nello stesso anno. Maria Olmo era la figlia del direttore della Italcementi di Civitavecchia dove Augusto Gandini lavorava come chimico. Dalla loro unione nascono quattro figli, Maria Laura, detta Marila (Cagliari, 1927 – Roma, 1980), Piero Augusto, detto Nino (Incisa Valdarno, 1929), Elena, detta Lella (Tregnago, 1934), Alessandro, detto Sandro (Tregnago, 1940).
Uomo eclettico, appassionato di fotografia, di cinema e di meccanica, nel tempo libero si dedica alle sue diverse passioni. Realizza una moltitudine di fotografie (donate recentemente dagli eredi alla Biblioteca Angelo Mai di Bergamo), si cimenta nelle incisioni su disco con la voce dei suoi figli, realizza gioielli con l’ossidiana, e gira filmati di famiglia e a soggetto (questi ultimi coinvolgendo amici e familiari), dopo aver acquistato una cinepresa Pathé Baby nel 1927, disponibile sul mercato solo da pochi anni. Tra le sue passioni quella dello sviluppo e della stampa della pellicola, sia cinematografica che fotografica. Tutte le pellicole in formato 9,5mm Pathé Baby sono state sviluppate dallo stesso Gandini.
Muore ad Alzano Lombardo il 3 agosto del 1943.
Il fondo
Il fondo filmico è stato donato all’Associazione Laboratorio 80 – Archivio Cinescatti il 14 ottobre 2010 per volontà di Piero Augusto, Elena e Sandro Gandini, tre dei quattro figli del cineamatore. Le pellicole, in formato 9,5mm Pathé Baby e 8mm, conservate fino a quella data nelle diverse abitazioni della famiglia a Bergamo, sono il risultato di un lavoro di assemblaggio, compiuto dall’autore con una moviola e una giuntatrice 9,5mm e 8mm. Dopo l’acquisizione il materiale filmico è stato sottoposto a un accurato intervento di restauro conservativo e trasferito su supporto digitale. Il riordino è stato effettuato in collaborazione con Piero Augusto e Elena Gandini, due dei quattro figli del cineamatore, avvalendosi della loro testimonianza orale durante la visione dei film, e attraverso alcune interviste, realizzate nel mese di settembre e ottobre 2017, grazie alle quali si sono potute ricostruire le circostanze produttive che hanno portato alla realizzazione dei film.
Il fondo filmico è costituito da 25 bobine in formato 9,5mm Pathé Baby in bianco e nero e da una bobina in formato 8mm a colori di diverse lunghezze, per una durata complessiva di circa 6 ore, girate tra il 1927 e il 1942. Il contenuto delle pellicole è prevalentemente di carattere familiare, pur essendo presenti pellicole che documentano alcuni brevi momenti legati all’attività professionale di Augusto Gandini, chimico e direttore di varie sedi della Italcementi a partire dal 1925. Tra le pellicole del fondo ve ne sono poi alcune a soggetto, nelle quali i familiari e gli amici del cineamatore si prestano a interpretare piccole storie di finzione, perlopiù comiche.
I filmati che riguardano gli episodi di vita familiare sono stati realizzati in occasioni varie in tutte le località in cui, per motivi professionali, il cineamatore ha vissuto con la sua famiglia: a Cagliari, a Incisa Valdarno (FI), a Tregnago (VR), ad Addis Abeba (Etiopia), a Modugno (BA) e ad Alzano Lombardo (BG), e nelle località in cui la famiglia trascorreva le vacanze, a Rota Fuori, frazione di Rota Imagna (BG) e a Tregnago (BG) – dove negli anni Trenta la famiglia Gandini acquista una casa di villeggiatura – e poi sul Lago di Garda, a Casal Monferrato, in Val D’Aosta, a Milano, Roma e a Bergamo. In particolare, nelle pellicole a contenuto familiare documenta la nascita e la crescita dei figli, le varie attività ludiche di tutti i familiari e alcuni momenti di convivialità con la famiglia e gli amici, in occasione di pranzi e picnic campestri.
Tra i filmati girati nei due anni trascorsi a Cagliari, Augusto Gandini documenta, oltre ai momenti di svago con la famiglia e gli amici, l’arrivo e la partenza di un idrovolante, rotta Roma-Cagliari, la visita del Re Vittorio Emanuele III nell’aprile del 1929, la festa di S. Efisio il 1° maggio, processione tradizionale religiosa molto importante in Sardegna. E documenta alcune altre festività religiose.
Un’altra pellicola, intitolata dallo stesso Augusto Gandini “Terra Madre”, è stata girata nell’estate del 1929 durante le attività di vendemmia e di trebbiatura nella fattoria di un fattore, il sig. Peri, nell’area di Incisa Val d’Arno (FI), città nella quale il cineamatore ha vissuto tra il 1929-1930. A Tregnano (BG), città dove Augusto Gandini e la sua famiglia hanno vissuto per motivi di lavoro e che diventa successivamente la loro residenza estiva, il cineamatore documenta diversi momenti di svago trascorsi dalla sua famiglia in compagnia di vari amici, tra i quali la famiglia Tutino, in cui è presente il giovane Saverio Tutino, giornalista e fondatore dell’Archivio dei Diari di Pieve Santo Stefano (AR).
Vi sono poi, tra i filmati, riprese di alcune manifestazioni fasciste in diverse località italiane, come il discorso del podestà a Incisa Val d’Arno nel 1930 e adunate di Balilla e Giovani italiane a Cagliari alla fine degli anni Venti.
Nel periodo trascorso dalla famiglia ad Addis Abeba (Etiopia), Augusto Gandini documenta una sfilata militare di ascari in onore del Generale Graziani e l’attività di un mercato di sale e tessuti in una località non identificata.
Vi è poi un filmato interamente girato durante uno spettacolo di varietà, “Faville Viennesi”, all’interno di un teatro a Verona nel 1935, e un filmato girato a Cagliari nel 1928 nel quale alcune amiche dei coniugi Gandini imitano le dive del cinema muto dell’epoca.