Caterina Percoto (1812-1887)
Caterina Marianna Percoto nacque a S. Lorenzo di Soleschiano sul Natisone (UD) il 19 febbraio 1812.
Figlia di ricchi proprietari terrieri di nobili origini, fu l’unica bambina dei sette figli di Antonio e Teresa Zaina. Venne avviata agli studi presso l’educandato “S. Chiara”, dove rimase fino all’adolescenza, quando la madre, rimasta vedova, non potendo più sostenere la retta, fu costretta a ritirarla e farle proseguire la formazione scolastica da autodidatta, incaricandola anche dell’educazione dei fratelli minori.
Caterina, che si mostrò precocemente dedita alla scrittura, fece il suo debutto letterario nel 1839, sulla Favilla di Trieste, grazie all’amico e padre spirituale don Pietro Comelli, che aveva segretamente inviato alcuni suoi scritti alla rivista: la sua prosa non di maniera, descrittiva, schietta, patriottica e audace, ebbe un immediato successo.
Nell’agosto 1847, uscì nella milanese Rivista europea, diretta da Carlo Tenca, la novella L’Album della suocera. Questo incontro con Tenca fu per lei cruciale, segnando il suo debutto negli ambienti letterari del nord Italia, dove Percoto – seppur sempre relegata nella campagna friulana – partecipò con intense relazioni epistolari con molti personaggi dell’élite culturale dell’epoca.
Poco più tardi, negli anni Cinquanta, iniziò a scrivere anche in lingua friulana, facendosi custode della tradizione e narrativa popolare: nel 1863 furono, infatti, pubblicati, i due volumi dei Racconti, una raccolta di favole friulane editi da Le Monnier.
Oltre l’attività narrativa, proseguì le sue collaborazioni giornalistiche; tra queste, degna di nota, vi fu senz’altro quella con La Ricamatrice. Giornale di cose utili ed istruttive per le famiglie, un periodico dedicato all’educazione della donna, all’interno del quale scrisse numerosi raccontini di impostazione didattico-pedagogica. Proprio il filone della letteratura didascalica femminile fu quello che precorse maggiormente: Caterina Percoto, infatti, con vivacità e con una sensibilità “moderna”, prese a cuore il tema dell’educazione della donna, a suo a viso troppo spesso impreparata a far fronte alle esigenze della vita – familiare e no – e non di rado con un livello culturale e linguistico eccessivamente basso.
Poco dopo l’annessione delle province venete al Regno di Italia, i suoi lavori e questa sua attenzione alla tematica dell’educazione femminile le valsero anche un riconoscimento ufficiale, con la nomina tra le «donne egregie» individuate dal ministro Cesare Correnti per i loro meriti letterari; a lei, nel 1871, fu inoltre affidato l’incarico di ispettrice straordinaria degli istituti femminili veneti di educazione e di carità, al fine di supervisionarne le condizioni e il livello educativo che vi veniva impartito.
Morì a Udine il 15 agosto 1887.
Puoi consultare l’atto di nascita e l’atto di morte di Caterina Percoto sul Portale Antenati: rispettivamente Archivio di Stato di Udine > Stato civile napoleonico > San Lorenzo di Soleschiano (oggi frazione di Manzano) > 1812 e Archivio di Stato di Udine > Stato civile italiano > Manzano > 1887
Gli originali sono conservati presso l’Archivio di Stato di Udine
Per approfondimenti sulla figura di Caterina Percoto, vedi la voce del Dizionario Biografico degli Italiani a cura di Adriana Chemello.