Mi chiamo Angelo Gallardi, vivo in Argentina e come molti altri discendenti di immigrati, il mio interesse per la genealogia si è risvegliato raccogliendo i documenti per la cittadinanza italiana, poco più di 4 anni fa. L’interesse non si è fermato a quei documenti e partendo da un piccolo e limitato albero che ho fatto da bambino come compito per la scuola, ho aggiunto lentamente innumerevoli nomi e ho scoperto molte persone e eventi che li circondavano, di cui sono sicuro che né i miei nonni e forse neanche i miei bisnonni, conoscevano. Nel corso del tempo, ho scoperto a casa di mia nonna una scatola piena di fotografie antiche con alcune persone che conoscevo e altre no. A poco a poco, e grazie alle annotazioni sul retro di alcune fotografie, ho associato volti a persone che avevo già nel mio albero.
Questa storia è legata alla mia trisnonna, Maria Gaja (o Gaia, come compare in alcuni documenti, anche se Gaja è come è stata annotata nel suo atto di nascita ed è quello che considero valido), e in particolare a una fotografia nella scatola.
Maria Gaja (o Carolina Gallardi, come la chiamavano per il suo cognome da sposata) nacque il 3 ottobre 1868 ad Alpignano, e ho scoperto che suo padre, Carlo Gaja, morì appena 3 giorni dopo, alla giovane età di 30 anni. Nell’atto di nascita di Maria si può leggere in riferimento a Carlo e non stato presentato da quest’ultimo il detto bambino attesa la grave di lui malattia. In questo modo, Marietta Spinoglio, moglie di Carlo e madre per la prima volta, rimase vedova all’età di 20 anni con una bambina appena nata.
D’altra parte, c’è la foto della scatola, piuttosto rovinata e maltrattata, anche se (per fortuna) con tutti i volti intatti: in essa si trova Maria Gaja, di circa 28 anni, insieme a 6 bambini (alcuni già adolescenti). Conoscevo alcune foto di Maria già anziana, e quindi non è stato difficile riconoscerla da giovane. Ma… chi erano gli altri 6 bambini e perché erano tutti nella stessa foto? Qual era la relazione della mia trisavola con loro? A peggiorare le cose, le annotazioni sul retro, dove erano chiaramente indicati i nomi di ognuno, erano scarsamente leggibili e incomplete dove la carta era strappata. Marietta rimase vedova molto giovane, quindi non potevano essere figli suoi con Carlo. E se si fosse risposata e avesse avuto altri figli? Era la cosa più probabile, ma dovevo verificarlo e non sapevo né dove cercare, né in quali date.
La risposta su chi fossero me l’ha data un’annotazione sul retro dell’unica foto che ho di Marietta, che dice “Maria Spinoglio Rueff / Mamma di Carolina, Bianca, Mercedes, Rina, Edmondo, Dino”. Attualmente vedo chiaramente i nomi, ma in quel momento non capivo del tutto la calligrafia, anche se vedevo chiaramente “Mamma di…” seguito da 6 nomi. Un problema era risolto: erano fratellastri di Maria! Marietta si sposò con un uomo di cognome Rueff e ebbe altri figli. Quest’uomo era Antonio Rueff, del quale c’era anche una foto con il suo nome sul retro.
Ora, c’erano altre domande: Quando e dove si sono sposati Marietta e Antonio? Quando e dove sono nati i loro figli? Beh, è passato molto tempo prima che potessi sapere tutto questo. La risposta alla seconda domanda è stata ciò che ho trovato per primo. Ho cercato senza successo ad Alpignano (dove è nata Maria), Moncalvo (dove sono nati Marietta e Carlo Gaja) e dintorni. Poi ho cercato, parrocchia per parrocchia, tra i numerosi archivi parrocchiali su Family Search relativi a Vercelli, città dove Maria Gaja e Giuseppe Gallardi si sono sposati e dove Marietta risultava vivere nell’atto di matrimonio di entrambi. Ho avuto la fortuna di trovare i nati di 3 dei bambini: Romualdo (1887, qui ho capito che “Dino” era in realtà Romualdo), Edmondo (1888) e Rina (1893). Per quanto abbia cercato, non ho trovato né Bianca né Mercedes.
Il successivo progresso significativo nella ricerca è avvenuto quando, con date approssimative e grazie all’aiuto dell’Ufficio di Stato Civile di Vercelli, ho trovato gli atti di morte di Marietta Spinoglio (1907, a 58 anni) e Antonio Rueff (1911, a 68 anni) in quella città. Nell’atto di Marietta si trovava un dato chiave per avanzare con la ricerca: uno dei dichiaranti era suo figlio Romualdo, che al momento risiedeva a Torino. Pertanto, l’indagine è proseguita a Torino e nei suoi indici di nascita, matrimonio e morte. Lì, ho scoperto che Bianca aveva sposato nel 1905 con Beniamino Giuseppe Panigata. A sua volta, i documenti allegati al matrimonio mi hanno fornito il dato che cercavo: Bianca era nata a Biella nel 1879. Grazie al portale Antenati, ho potuto accedere al suo atto di nascita. Mancava solo Mercedes.
Risulta che tra i nati a Torino c’era un nome che ha attirato la mia attenzione: Teresio Romualdo Mario Beniamino Rueff, nato nel 1907. Risultava essere figlio di Mercedes “dalla sua unione con uomo celibe non parente, nè affine di essa” (il nome del padre non era indicato). Nel registro di nascita di Teresio c’era un’annotazione sul suo matrimonio con Clara Carlotta Toffano nel 1941, a Padova. Infine, tra gli allegati di tale matrimonio, ho scoperto che Mercedes era nata a Intra, Verbania, nel 1884. Nuovamente, grazie ad Antenati, ho potuto vedere questo atto. Finalmente, avevo trovato tutti i bambini.
Ora mancava solo rispondere alla prima domanda: Quando e dove si sono sposati Marietta Spinoglio e Antonio Rueff? Penso che trovare queste informazioni sia stato più difficile che trovare le nascite di tutti i bambini, ma lo riassumerò: dopo aver cercato ad Alpignano, Moncalvo e Vercelli, ho deciso di cercare a Milano, poiché nell’atto di morte di Antonio figurava come suo luogo di nascita (un altro dato chiave). Limitando gli anni tra la morte di Carlo Gaja e la nascita di Bianca Rueff e grazie agli indici di Milano, sono riuscito finalmente a trovare il tanto cercato matrimonio: entrambi si sposarono a Milano alla fine del 1874. Finalmente, la famiglia era completa.
Cosa è successo alla vita di ciascuno dei bambini? Bene, ho continuato a cercare e attualmente so che:
Bianca (il cui secondo nome era Maria) è rimasta vedova nel 1921 alla morte di Beniamino a 51 anni, dopo 16 anni di matrimonio. Nel 1924 si è risposata, questa volta con il Dott. Desiderio De Stefanis. È morta a Bordighera nel 1944, a 64 anni.
Mercedes (il cui secondo nome era anche Maria) si è sposata a Venezia nel 1931 con il “dottore in legge” Giacomo Roncali, e probabilmente ha vissuto lì fino alla sua morte. Giacomo ha adottato Teresio (il figlio di Mercedes) nel 1937. Recentemente sono riuscito a parlare con una nipote di Teresio e Clara (figlia di un fratello di Clara) che vive in Messico, la quale gentilmente mi ha fornito ulteriori dettagli sulle loro vite e sul loro periodo trascorso in quel paese.
Romualdo (nome dato in onore del suo padrino Romualdo Spinoglio, fratello di Marietta, e il cui nome completo nel suo atto di battesimo è Romualdo Carlo Aristide Antonio Rueff) si è sposato con Elvira Prat (non so dove né quando) ed emigrarono in Argentina intorno al 1910. A Buenos Aires sono nati due figli (1912 e 1914). Poi, nel 1920, hanno emigrato e si sono stabiliti in Brasile. Che sia per divorzio o per la morte di Elvira, Romualdo si è risposato con Maria Wobeto nel 1952, e hanno avuto, per quanto ne so, 2 figli. Ho trovato attualmente discendenti dal primo e dal secondo matrimonio, ma sono riuscito a parlare solo con un discendente del secondo. Non ho mai saputo cosa sia successo a Elvira né al suo figlio nato nel 1914. Romualdo è morto in Brasile nel 1961, a 74 anni.
Edmondo (il cui vero primo nome era in realtà Placido, probabilmente in onore di Placida Spinoglio, sua madrina e sorella di Marietta, e il cui nome completo nel suo atto di battesimo è Placido Edmondo Giovanni Rueff) morì all’età di soli 26 anni nel 1915, durante la Prima Guerra Mondiale, e fu decorato nel 1916 con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Nel sito dell’Istituto del Nastro Azzurro si descrive la motivazione di tale distinzione: “Mentre combatteva strenuamente per mantenere una posizione di grande importanza, veniva colpito a morte”. In una delle sue foto della scatola si legge sul retro: “Nella grande guerra colpito morto mentre portava un ordine al comando”. Infine, nell’Albo d’Oro dei militari italiani caduti nella Grande Guerra si legge a suo riguardo: “Sottotenente in servizio attivo 12° reggimento bersaglieri, nato il 5 ottobre 1888 a Vercelli, distretto militare di Vercelli, morto il 1° giugno 1915 nel Settore di Tolmino per ferite riportate in combattimento”.
Di Rina (il cui nome completo nel suo atto di battesimo era Rina Margarita Luigia Rueff, probabilmente in onore del suo padrino Luigi Spinoglio, un altro fratello di Marietta), non hotrovato altro che il suo certificato di battesimo. L’ho vista solo nominata nel 1941 nell’obitorio di Giuseppe, marito di Maria Gaja, insieme a Bianca e Mercedes:
Alcuni potrebbero chiedersi, ma… non erano 6 i bambini sconosciuti? Fino ad ora ho parlato solo di 5. Beh, la questione è che non sono mai riuscito a sapere chi fosse la ragazza a destra nella foto, quella che si trova di profilo. Tutto indica che non sia figlia di Marietta (nei nomi della foto di lei non compare come sua figlia).
Io penso che fosse figlia di un matrimonio precedente di Antonio Rueff, dato che sembra essere più grande di Bianca. Questa è stata una delle domande che ho fatto all’unico discendente di Romualdo con cui ho potuto parlare (una persona del Brasile). Lui si impegnò a chiedere nella sua famiglia, ma la sua risposta non mi è mai arrivata.
Finalmente, sapere tutto questo sarebbe stato impossibile senza le note dietro alle foto. La scatola delle foto conteneva una vecchia busta con scritto “Fotografie Carolina Gallardi Gaja e figli”, che suppongo Maria, ormai anziana, abbia inviato a suo figlio (il mio bisnonno) in Argentina, dato che fino a quanto ne so, non c’era nessun altro a cui lasciarle in Italia una volta che lei non ci fosse più (i suoi due figli erano emigrati in Argentina). Le calligrafie sulla busta e sulle foto sono molto simili, ed è molto probabile che tutte siano state scritte da Maria. Penso che lei non volesse che questa storia si perdesse, e oggi, a quasi 72 anni dopo la sua morte, ha contribuito a evitare che ciò accadesse.