Desideravo da tempo trovare l’occasione per raccontare una parte della storia della mia famiglia, una famiglia semplice come tante della Sicilia di fine Ottocento. La Sicilia, come il resto della penisola italiana post-unitaria, viveva in quel periodo una profonda crisi economica, di identità culturale e sociale.
Tutto ebbe inizio da un piccolo paese del centro della Sicilia, Vallelunga Pratameno, in provincia di Caltanissetta, quando il mio bisnonno materno Luigi Vullo, di professione “capraio” (nato a Vallelunga in data 29 gennaio 1870 da Salvatore e da Grazia Arnone), a ventisei anni decise di lasciare tutto per inseguire il sogno americano, insieme alla sua giovane sposa ed alla loro primogenita di appena un anno. Il 18 aprile 1896 infatti si era unito in matrimonio con Calogera Piazza, di professione filatrice (nata a Vallelunga in data 23 giugno 1874 da Giuseppe e da Calogera Patti), ed il primo febbraio dell’anno successivo era venuta al mondo la loro primogenita Grazia. Il viaggio fu abbastanza impegnativo anche perché fu necessario raggiungere il porto di Napoli (viaggio affrontato dapprima in treno, da Vallelunga a Palermo, e successivamente in nave, da Palermo a Napoli) ed infine salpare con la nave “Scindia” alla volta di New York, il 16 aprile 1898. Arrivati a destinazione dopo quasi un mese di viaggio (11 maggio) ad Ellis Island dichiararono di essere diretti a sud, a New Orleans, ospiti del cognato Mulè Antonino (marito di Loreta Piazza, sorella maggiore della mia bisnonna) per motivi, ovviamente, lavorativi. Mulè Antonino e Loreta Piazza emigrarono negli USA qualche anno prima dopo il loro matrimonio avvenuto a Vallelunga in data 13 febbraio 1892. Non so che tipo di lavoro esattamente svolgesse il mio avo in America, ma non mi è per nulla difficile immaginare un impiego adatto alla sua condizione nel settore dell’allevamento, presso una grande fattoria per esempio, o nell’edilizia, oppure in qualsiasi altro settore dove venisse richiesta molta manodopera, in assenza di particolari requisiti.
Sin dai primissimi tempi, la vita in America per i miei bisnonni dovette essere tutt’altro che facile e felice, soprattutto perché segnata da molti lutti: la morte della figlioletta Grazia (1900) insieme a quella di altri due gemellini morti dopo pochi giorni di vita, e la morte di Loreta Piazza (1901), sorella della mia bisnonna, alla giovane età di 30 anni. Fu allora che i miei bisnonni decisero di trasferirsi altrove, a Chicago, dove il 20 maggio 1901 nacque Salvatore, l’unico figlio maschio sopravvissuto: il 27 marzo 1904 nacque un’altra figlia a cui imposero nuovamente il nome di Grazia, anche questa sopravvissuta e morta in età avanzata. Pensando di porre fine all’esperienza americana, rientrarono in Sicilia nel 1905 dove nacquero altre due figlie, Carolina (Vallelunga, 10 marzo 1906) e Giuseppina, mia nonna materna (Vallelunga, 2 aprile 1908). Vi ritornò solo il mio bisnonno Luigi, per altre due volte, nel maggio del 1908, dopo la nascita di mia nonna Giuseppina, e nel maggio del 1910, dopo la nascita della penultima figlia Anna (6 febbraio 1910) giusto il tempo per mettere da parte dell’altro denaro per ingrandire e potenziare le proprietà con l’acquisto di altri terreni ed altro bestiame minuto. Intanto a Vallelunga la mia bisnonna Calogera aveva aperto presso la sua abitazione un forno per la panificazione, un’attività molto redditizia al servizio del quartiere della Nunziatella allora in espansione. Al suo rientro definitivo in patria a Vallelunga nacque la sua ultima figlia di nome Luigia (25 febbraio 1917).
Purtroppo la travagliata vita del mio bisnonno cessò proprio quando, malgrado la triste parentesi della Grande Guerra, tutto sembrava andare per il meglio. Colpito infatti dalla febbre dell’influenza Spagnola (a nulla valsero i salassi e gli altri rimedi somministrati dai medici locali) spirò a Vallelunga in data 12 ottobre 1918 all’età di 48 anni, lasciando moglie e 6 figli. I seppellitori improvvisarono una bara inchiodando le tavole del letto matrimoniale in cui vi rinchiusero il cadavere del mio bisnonno Luigi, e, in tutta fretta e senza esequie, venne trasportato su di un carro al cimitero suburbano e sepolto nella nuda terra. Anche mia nonna Giuseppina ebbe, contemporaneamente al padre, quella maledetta febbre, ma la superò forse per la sua giovane età (10 anni)!
Rimasta vedova, la mia bisnonna Calogera, su consiglio dei suoi familiari, vendette parte delle proprietà acquistate con i sacrifici di anni di lavoro in America, ed in parte se le riservò per darle in dote alle figlie che man mano si andavano sposando. L’unico figlio maschio, Salvatore, purtroppo, dopo la morte del padre, senza più una guida sicura, cominciò a frequentare delle amicizie poco raccomandabili. Nel 1922 cadde vittima di un tranello assistendo ad un omicidio. Ricercato dai carabinieri quale supertestimone di quell’omicidio, dopo le minacce di morte rivolte a lui, a sua madre ed alle sue sorelle, da parte degli assassini qualora avesse testimoniato, per amore e la salvezza della famiglia “emigrò per ignota destinazione” (così si scrisse di lui a caso archiviato), né se ne seppe mai più nulla.
Stanca nel corpo, ma mai nello spirito, sempre grata a Dio per quel poco che aveva, la mia bisnonna Calogera morì a Vallelunga il 7 ottobre 1946 all’età di 72 anni. In qualità di consorella della “Pia Associazione delle Sacramentine”, le sue spoglie mortali riposano nel sepolcro della suddetta associazione nel cimitero comunale.