Viaggio nel passato: la scoperta dei miei antenati
Da sempre amo la storia. Mi incuriosiscono i fatti, le vicende, il modo in cui le cose, le persone e i luoghi cambiano nell’arco dei secoli. Quando un fatto storico m’incuriosisce, la prima cosa che faccio è informarmi, scavare nel passato e scoprire il più possibile sommergendomi tra libri, vecchi giornali e ovviamente internet per saperne di più.
Ho sempre avuto questa fame di sapere, di conoscere ciò che era nascosto tra le infinite pieghe del tempo. Così qualche tempo fa, mentre studiavo la storia dei grandi personaggi, i fatti di cronaca, il cambiamento dei meravigliosi luoghi del mondo ho capito finalmente ciò che cercavo davvero: conoscere la mia storia. La storia della mia famiglia.
Le persone, oggi, sono sempre più distratte dai molteplici impegni della vita quotidiana e nella maggioranza dei casi non hanno tempo per approfondire le vicende dei propri antenati, e sembra quasi che la conoscenza di chi li ha preceduti non faccia parte della propria cultura. E’ stata proprio la voglia di far luce sul passato che mi ha spinto a trascorrere ore tra archivi pubblici, parrocchie e su questo portale online per sfogliare manoscritti, registri e documenti vecchi di secoli.
Le domande che mi tormentavano erano:
Chi erano i Luzi in passato? Che vita avevano vissuto? Avevano combattuto guerre? Superato grandi avversità? Erano letterati, nobili, soldati o semplicemente braccianti che si guadagnavano il pane lavorando duramente la terra? Che aspetto avevano? Dove vivevano ? Qual è stata la loro storia?
Ho iniziato circa 3 anni fa questa mia ricerca, dapprima tartassando mia nonna di domande per conoscere nomi, luoghi e alcuni dati che mi potessero essere utili per scoprire stralci di vita e curiosità sulla mia stirpe che, altrimenti sarebbero rimasti nascosti per sempre. In fondo, chi altri avrebbe mai risvegliato il passato dei Luzi dal suo torpore, se non un appassionato di storia antica come me?
La nonna è stata fondamentale nella mia ricerca, e per questo non potrò far altro che ringraziarla migliaia di volte. Mi ha raccontato curiosi aneddoti sul mio bisnonno Federico, il decorato di guerra, alto e slanciato dagli occhi azzurri come il ghiaccio, e di sua moglie, la mia bisnonna Aurora, che ha lasciato questo mondo da ultra centenaria. Ed è da questi due curiosi personaggi che sono partito.
Dapprima ho cercato quanti più documenti storici avesse in cantina la nonna, poi ho iniziato a cercare sul Portale degli Antenati del Ministero dei Beni Culturali. Qui, sono state tantissime le curiosità e le informazioni utili su nascite, morti e matrimoni che mi hanno permesso di andare avanti.
Ho scoperto che il mio bisnonno era il più piccolo di dieci fratelli di cui nessuno sapeva niente. Di questi purtroppo, 5 erano morti in tenera età, probabilmente dopo aver contratto malattie. Uno di essi, Augusto Luzi, era morto giovanissimo al fronte in seguito alle ferite riportate sul campo di battaglia e un altro, Gaetano, era partito dopo il matrimonio per l’allora lontana Riccione e non aveva rivisto più i genitori e i fratelli. Era solo l’inizio e già mi stavo confrontando con l’elevata mortalità infantile, con la distruzione della guerra e il dolore di un addio strappalacrime.
Niente però mi ha scoraggiato e ho proseguito nella ricerca. Ricostruire il proprio albero genealogico, infatti, è un po come salire un scala al buio: devi trovare lo scalino andando a tentoni prima di poter appoggiare saldamente il piede.
Dopo aver scritto all’anagrafe del comune di e all’Archivio di Stato di Urbino (Pallino di Urbino è la zona d’origine dei miei antenati) ho scoperto con grande sorpresa che il mio trisavolo, padre di quel soldato slanciato dagli occhi azzurri come il ghiaccio, aveva il medesimo nome del mio amato nonno scomparso qualche anno fa, Luigi.
Questo fatto, ha emozionato tutta la mia famiglia, che nei mesi successivi mi ha aiutato tantissimo a continuare questa mia ricerca telefonando a parenti lontani o accompagnandomi, anche solo per curiosità, negli archivi parrocchiali o nelle biblioteche pubbliche di Pesaro e Urbino per ricostruire la nostra stirpe. Questa ricerca genealogica ci ha unito ancora di più come famiglia e alla fine credo che regalerò una copia di questo mio albero genealogico ai miei cari.
Così sono venuto a conoscenza che la mia trisavola Valentina era un’esposta (era stata abbandonata dai suoi genitori in un convento urbinate) ed era passata di balia in balia prima di trovare una famiglia sposando il mio trisavolo Luigi. Aveva perso numerosi figli mentre lavorava come bracciante nei campi. Che vita dura deve aver vissuto, mi sono detto. In quel momento mi sono sentito unito a lei spiritualmente, emozionato, empatico verso ciò che aveva dovuto passare e questo mi ha spinto a non fermarmi.
Oggi sono a conoscenza che un mio avo di quinta generazione aveva il nome di Cristoforo (simile al mio che è Christian) e che suo padre Domenico, era nato negli ultimi anni del Settecento, e ancora, che forse alla lontana, sono anche imparentato con un mio caro amico!
Non mi bastava sapere quando erano nati i miei avi, dove o quando erano morti, volevo conoscere anche altri aneddoti…mi sono così spinto anche a scrivere ai Centri documentali del Ministero della Difesa Italiana per ottenere gli stati di servizio militare e le liste di leva, scoprendo anche alcuni aspetti fisici dei miei avi. Un esempio? La strana bruciatura sulla tempia destra del mio “quadrisnonno” o la ferita riportata da un mio avo a seguito di una zampata di cavallo durante il militare.
Ogni cosa che imparo oggi, apre mille domande a cui voglio dare risposta perché la curiosità mi divora letteralmente. Ora, so che sono tanti gli scalini che ancora devo salire, tanta la pazienza da impiegare e il lavoro da svolgere, ma io non mi fermo, voglio sapere sempre di più e arrivare più indietro possibile. Perché? Perché se è vero che il passato non fa l’uomo che sei, è vero anche che aiuta ad essere più consapevoli della propria vita e della fortuna che il tempo, con il suo scorrere incessante, ci ha regalato.
Ora, dopo aver ringraziato mille volte il Portale degli Antenati per avermi consentito di ritrovare la mia famiglia del passato, vi lascio, per partire alla volta della Basilicata. L’obiettivo? Trovare ogni informazione possibile sugli antenati materni.
La ricerca si prospetta ardua, ma decisamente emozionante!