Luigi Einaudi (1874-1961)
Luigi Numa Lorenzo Einaudi nacque a Carrù (CN) il 24 marzo 1874.
Rimasto presto orfano di padre, si trasferì a Dogliani, paese natale della madre, assieme a lei e i suoi tre fratelli. Frequentò il convitto nazionale Umberto I di Torino e si diplomò con successo al liceo classico Cavour, per poi laurearsi con il massimo dei voti in Giurisprudenza presso l’Ateneo della stessa città. Durante quegli anni, partecipò anche al Laboratorio di economia politica, fondato e diretto dall’economista Salvatore Cognetti De Martiis, che fu il suo primo mentore.
Proprio al periodo universitario risale il suo avvicinamento al movimento socialista, grazie anche alla collaborazione con la rivista Critica sociale, diretta da Filippo Turati.
Dopo un breve periodo di insegnamento presso le scuole secondarie – dove conobbe la sua futura moglie, Ida Pellegrini, che era sua allieva in quegli anni -, nel 1902 vinse la cattedra di Scienza delle finanze pressò l’università di Torino. Negli anni successivi, si dedicò all’insegnamento e alla produzione scritta, tanto accademica quanto giornalistica, prestando la firma a migliaia di articoli per numerose riviste come La stampa, Il Corriere della sera e L’Unità.
Il 6 ottobre 1919 venne nominato senatore del Regno d’Italia, su proposta di Francesco Saverio Nitti.
Nonostante una prima condivisione delle scelte economiche compiute da Benito Mussolini, nel periodo successivo Einaudi mostrerà una progressiva e sempre più radicata diffidenza, che lo condurrà a prendere le distanze dal fascismo: sarà infatti uno dei firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce nel 1925.
Dietro pressioni esterne giurò formalmente la sua fedeltà al regime per mantenere l’insegnamento universitario, tuttavia fu uno dei senatori che votarono contro la legge elettorale che sanciva la lista unica formata dal Gran consiglio del fascismo (1928), come anche si dichiarò contrario alla Guerra d’Etiopia e alle leggi razziali del 1938.
Conclusa la guerra e caduto il regime fascista, Einaudi fu nominato rettore dell’Università torinese. Trasferitosi in Svizzera con la moglie e i suoi tre figli, si dedicherà alla produzione scritta, rivelandosi un “europeista ante litteram”, che auspicava un’Europa federalista, in virtù di quel principio di cooperazione internazionale in cui credeva fermamente.
L’11 maggio 1948 lo statista piemontese fu eletto Presidente della Repubblica con 518 voti su 872 (59,4%), rimanendo in carica fino all’11 maggio 1955.
Morì a Roma il 30 ottobre 1961.
Puoi consultare l’atto di nascita sul Portale Antenati: Archivio di Stato di Cuneo > Stato civile italiano > Carrù > 1874
L’originale è conservato presso l’Archivio di Stato di Cuneo.
Per approfondimenti sulla figura di Luigi Einaudi, vedi la voce del Dizionario Biografico degli Italiani a cura di Riccardo Faucci.
Il suo archivio personale è conservato presso la Fondazione Luigi Einaudi Onlus.