Anna Magnani (1908-1973)
Anna Magnani nacque a Roma il 7 marzo 1908.
Figlia di Marina Magnani, sarta, e di padre ignoto.
Crebbe assieme ai nonni e alle zie in una casa tra il Campidoglio e il Palatino, vivendo un’infanzia serena, nonostante la distanza dalla madre che la lasciò alle loro cure per recarsi ad Alessandria d’Egitto assieme al nuovo marito.
Si appassionò al pianoforte, frequentando per un periodo l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove studiò da concertista. L’incontro con la recitazione, invece, fu del tutto casuale: iniziò la scuola di arte drammatica “Eleonora Duse”, diretta da Silvio d’Amico, nel 1924 e, presto, fu notata e ingaggiata nella compagnia di Dario Niccodemi.
Tra il 1926 e il 1932, dopo un periodo di gavetta, parti secondarie e lunghissime tournée, la fama e l’importanza dei suoi ruoli sul palcoscenico cominciarono ad accrescere di pari passo. A seguito di questo periodo, prese a dedicarsi al teatro d’avanspettacolo, più popolare e spontaneo, determinante per la sua crescita e il suo eclettismo artistico.
A questi anni risale anche la relazione con Goffredo Alessandrini, regista, che sposò nell’ottobre 1935.
Nel mentre, il cinema sonoro le aprì le porte, ma fu solo nel 1941 che ottenne il primo grande successo, come protagonista di Teresa Venerdì sotto la regia di Vittorio De Sica. A questo, qualche anno più tardi, seguì la vittoria del suo primo Nastro d’argento in Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini, con cui strinse un intenso sodalizio artistico e privato.
L’apice della fama mondiale giunse nel 1956, quando fu la prima donna italiana in qualità di attrice protagonista a vincere un premio Oscar, per la sua interpretazione nel film La rosa tatuata (1955) di Daniel Mann.
Numerose altre furono le pellicole a cui prese parte, tra queste vale la pena ricordare Bellissima (1951) di Luchino Visconti, Saggio è il vento (1957) di George Cukor, Mamma Roma (1962) di Pierpaolo Pasolini e Roma (1972) di Federico Fellini.
Nannarella fu un’attrice dotata di un’umanità e una spontaneità fuori dal comune: con quella sua mimica e i particolari tratti somatici e verbali fu capace di incarnare al contempo la più profonda disperazione e le più leggere speranze del periodo postbellico, che il cinema neorealista intendeva raccontare, divenendone così un emblema.
Morì a Roma, cinquant’anni fa, il 26 settembre 1973.
Puoi consultare l’atto di nascita sul Portale Antenati: Archivio di Stato di Roma > Stato civile italiano > Roma > 1908
Da notare che l’atto presenta la dichiarazione di nascita fatta dalla sola madre, a seguito della sua «unione naturale con un uomo non ammogliato, non parente né affine con lei nei gradi che ostano al riconoscimento». Non a caso, il luogo di nascita indicato è l’asilo materno posto in via Salaria 126, un luogo in cui le gestanti in difficoltà o le ragazze madri erano tutelate e sostenute nel dare alla luce i propri figli.
A lato, invece, la nota di cancelleria che riporta la celebrazione del matrimonio con Goffredo Alessandrini a Roma il 3 ottobre del 1935.
L’originale è conservato presso l’Archivio di Stato di Roma.
Per approfondimenti sulla figura di Anna Magnani, vedi la voce del Dizionario Biografico degli Italiani a cura di Giorgio Pangaro.