Sulla rivista “Officina della storia” del Centro di studi dell’Europa mediterranea, Università della Tuscia è stato pubblicato il dossier “I film di famiglia dell’Archivio Nazionale di Bologna: uso storico ma anche artistico di alcune fonti audiovisive contemporanee ” di Laura Ceccarelli.
L’archivista mette in evidenza che l’epoca contemporanea è contrassegnata da una forte modificazione delle modalità di registrazione e quindi di trasmissione della memoria, anche di quella “privata”. Tra gli esempi più interessanti quelli costituiti dai film di famiglia, che si inseriscono nel più ampio universo della cinematografia amatoriale che, a partire dalla metà degli anni ’20, si sviluppa in modo costante e sostenuto in Italia, a seguito dell’introduzione di nuovi dispositivi tecnici di ripresa non professionali. I film di famiglia vengono realizzati principalmente per vivificare il senso di coesione del nucleo privato, per lo più da una persona che lavora da sola, che è dunque responsabile sia della ripresa che della fotografia e a volte anche del montaggio e della sonorizzazione, e le cui modalità di consumo sono lontane dai circuiti di distribuzione commerciale.