La famiglia Savoldi di Nembro
Il fondo filmico ripercorre alcuni momenti della vita della famiglia Savoldi tra il 1957 e il 1975, principalmente a Nembro (Bg), dove la famiglia abitava, a Selvino, in Val Seriana, dove Renato Savoldi aveva fatto costruire una casa per la sua famiglia all’inizio degli anni Cinquanta, e a Nervi (Ge), in visita all’amata cugina Antonietta Savoldi e al marito Giovanni Tadini. Oltre alla documentazione più propriamente familiare il fondo è costituito da film che documentano i numerosi viaggi in Italia e all’estero intrapresi con la moglie, le figlie, e alcuni amici, nonché alcuni momenti della sua attività professionale, come pure la documentazione di alcune sue passioni, come lo sport e la caccia.
Renato Savoldi (Bergamo, 1918-1976) ha girato tutti i suoi film in formato 8mm e Super8.
Il lavoro di ricerca e approfondimento è stato possibile grazie alle interviste rilasciate tra il 2017 e il 2020 da Dario Agazzi, nipote del cineamatore.
È possibile ripercorrere la storia della famiglia Savoldi attraverso l’edizione video del fondo filmico Renato Savoldi realizzata con il software Klynt.
(testi a cura di Karianne Fiorini)
I protagonisti
Renato Savoldi nasce il 29 giugno 1918 a Bergamo da una famiglia benestante, primogenito del pittore e affreschista Nicola Savoldi (Nembro, 1864-1952) – dal 1900 dedicatosi alla direzione dell’azienda di famiglia a Nembro (Bg), dedita da generazioni al commercio di legnami e all’industria di laterizi – e di Maria Dionisia Bena (Gorlago, 1886 – Nembro, 1965), sposata in seconde nozze. Dalla loro unione nasce anche Edsilde Savoldi. Il padre di Renato Savoldi, Nicola Savoldi, aveva sposato in prime nozze Emilia Curnis, con la quale ebbe cinque figli, di cui solo due sopravvissuti, Pietro e Caterina Savoldi. Renato Savoldi inizia gli studi di pittura con il padre, fino a quando poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale si trasferisce in Friuli Venezia Giulia per svolgere il servizio militare. In questo periodo si diploma geometra da privatista a Udine. Nel 1943 entra nella formazione partigiana Brigata Osoppo – per cui nel Dopoguerra viene insignito della Croce al merito di guerra – e viene salvato a Camino al Tagliamento (Ud) durante una retata nazista da una famiglia friulana, Zanin, che lo teneva nascosto in casa in quanto fidanzato di una delle figlie, Mafalda.
Mafalda Zanin (1926-2010), donna colta e appassionata viaggiatrice, proveniente da un’antica famiglia di proprietari terrieri, si unisce in matrimonio con Renato Savoldi il 26 settembre 1946 a Castelmonte del Friuli (Ud) e si trasferisce a Nembro, seguita dalla sorella Maria Zanin (1921-2008) che diventerà successivamente una stretta collaboratrice di Savoldi.
Nel Dopoguerra apre uno studio tecnico da geometra a Bergamo e uno a Nembro e nel corso degli anni assume anche diversi incarichi pubblici. Fra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta è assessore ai Lavori pubblici in Bergamasca, Commissario del Consorzio per l’acquedotto della sponda sinistra del Serio fino al 1976, Presidente dell’Azienda autonoma di soggiorno di Selvino e Aviatico e Console del Touring Club. E’ commissario dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Bergamo, progettista della prima strada che collega Algua (Bg) e l’altopiano selvinese, vice-presidente della Comunità Valle Seriana. Dal 1957 al 1966 è membro del Comitato Permanente della Fédération Internationale des Géomètres, ed è per 16 anni Consigliere nazionale del Collegio dei geometri presso il Ministero di Grazia e Giustizia.
Oltre ad aver ricoperto incarichi di rilievo è stato insignito di diversi titoli onorifici: nel 1958 Cavaliere del Lavoro della Repubblica, nel 1961 Cavaliere Ufficiale della Repubblica e nel 1967 Commendatore della Repubblica.
Dall’unione con Mafalda Zanin nacquero tre figlie: Maria Antonietta (1947-1957), Donatella (1951) e Nicoletta (1957). Nel 1957, dopo la tragica scomparsa della primogenita istituisce la Fondazione Savoldi, attiva ancora oggi, che eroga una borsa di studio agli studenti universitari nembresi distintisi per meriti.
Appassionato di letteratura (sottile conoscitore di Ippolito Nievo), nel periodo della giovinezza scrive numerose novelle pubblicate su alcune riviste dell’epoca sotto lo pseudonimo di Alvaro De Sinto, anagramma del suo nome. Fine cultore di numismatica, coltiva anche la passione per la fotografia e per la cinematografia amatoriale, lasciando una ricca collezione di foto, diapositive e pellicole cinematografiche in formato 8mm e Super8, che testimoniano dei suoi numerosi viaggi, effettuati con la fervida curiosità e l’interesse che lo contraddistinguevano. Parallela alla passione per la letteratura vi è quella per lo sport, che lo porta nel Dopoguerra, come giornalista pubblicista, a collaborare come giornalista sportivo con l’Eco di Bergamo. Scrive inoltre articoli tecnici sui problemi dell’edilizia su diverse riviste specializzate.
Muore improvvisamente a Nembro all’età di 57 anni la notte del 6 febbraio 1976, nel pieno di un’intensa e viva carriera.
Il fondo
Il fondo filmico è stato donato all’associazione Laboratorio 80 il 24 gennaio 2017 per volontà di Dario Agazzi, nipote del cineamatore, nell’ambito delle attività del progetto Cinescatti. Le pellicole, in formato 8mm e Super8, conservate fino a quella data nelle diverse abitazioni della famiglia Savoldi a Nembro (Bg), sono il risultato di un lavoro di montaggio, compiuto dall’autore con una moviola e una giuntatrice 8mm e una moviola e giuntatrice Super8. Dopo l’acquisizione il materiale è stato sottoposto a un accurato intervento di restauro conservativo e trasferito su supporto digitale. Il riordino è stato effettuato in collaborazione con Dario Agazzi, avvalendosi della sua testimonianza orale durante la visione dei film, e attraverso alcune interviste, realizzate nei mesi di ottobre e novembre 2017, gennaio 2018, e maggio e giugno 2020, grazie alle quali si sono potute ricostruire le circostanze che hanno portato alla realizzazione dei film. Il fondo filmico è costituito da 43 bobine in formato 8mm e Super8 in bianco e nero e a colori di diversa lunghezza, per una durata complessiva di circa 17 ore, girate tra il 1957 e il 1975. Il contenuto delle pellicole è prevalentemente di carattere familiare, pur essendo presenti alcuni filmati legati all’attività professionale del cineamatore. Tutti i filmati sono muti. La documentazione della vita familiare nel tempo libero è costante e prioritaria per Renato Savoldi, pur essendo presenti molte riprese volte a restituire scorci paesaggistici di diverse località italiane e straniere visitate, in particolare in occasione di gite e viaggi. Protagoniste assolute nella maggior parte dei film sono le donne della sua famiglia, la moglie Mafalda Zanin, le figlie Donatella e Nicoletta – e nei primissimi filmati anche la primogenita Maria Antonietta, deceduta a causa di un incidente stradale nel 1957, e della quale è anche documentato in un filmato il funerale, girato da un altro componente della famiglia – e la cognata Maria Zanin. Talvolta sono presenti anche la madre Maria Dionisia Bena e la suocera Assunta Snaidero. Alcuni film sono stati girati a Nembro, cittadina bergamasca nella quale risiede da diverse generazioni la famiglia Savoldi, e dove sono i momenti di gioco delle figlie, da sole o assieme ai cugini e agli amichetti, a catturare l’occhio della cinepresa, spesso affiancate dalla moglie Mafalda o dalla cognata Maria. Altre località frequentate e riprese abitualmente sono Selvino (Bg), dove la famiglia possedeva e tuttora possiede una casa, fatta costruire nei primi anni Cinquanta dallo stesso Savoldi, e dove è documentata anche la raccolta di narcisi, Breganze (Vi), nella sontuosa Villa Tadini, di proprietà della famiglia di Antonietta Savoldi Tadini, cugina del cineamatore, così come la villa della famiglia Tadini a Nervi (Ge).
Numerosi sono poi i filmati che si riferiscono ai viaggi della famiglia Savoldi in giro per l’Italia e per il mondo, in alcuni casi anche assieme a diversi amici. Volterra (Pi), San Gimignano (Si), Siena, Arezzo, Orvieto (Tr), Perugia, Cascia (Pg), Assisi (Pg), Todi (Pg), Montefiascone (Vt), Viterbo, Tarquinia (Vt), Cerveteri (Rm), Tivoli (Rm), Fonti del Clitunno, Roma. E poi ancora la Sardegna, in varie località – alcune delle quali non identificate – e con una sosta alla Basilica della Santissima Trinità di Saccargia (Ss), che domina la piana omonima, la Sicilia, con una sosta alla Valle dei Templi ad Agrigento, a Catania, al castello di Caccamo (Pa), a Monreale (Pa) e a Palermo in occasione del Carnevale. E poi ancora il Lago di Garda, Torbole (Tn), con le gite in barca, e Ascona (Canton Ticino), sul Lago Maggiore. Al mare a Lignano Sabbiadoro (Ud), e poi ancora Grado (Go), con le riprese anche dei “casoni” dei pescatori sulla laguna, e poi in montagna sulle Dolomiti. A Firenze, Aquileia (Ud), al sacrario militare del monte Grappa (Tv), a Pompei (Na), alla Reggia di Caserta, a Sorrento (Na), a Venezia, in Friuli, a Camino al Tagliamento (Ud), città originaria della moglie, a Trieste e Vittorio Veneto (Tv). Un filmato è stato girato a Bergamo, in occasione di una gita familiare con amici, in cui la città viene esplorata nei minimi dettagli, e sulle valli bergamasche. All’estero i paesi e le città visitate e documentate sono l’Olanda e la Germania, Londra, Parigi, i Balcani, Lubiana, Zagabria, Belgrado, Bucarest, il Lago Balaton, Sofia, Budapest, Istanbul, Beirut e Baalbek in Libano, Costanza, Odessa, Sochi, nella Russia Meridionale, il Nord Africa, la Spagna, con riprese della Corrida, Luxor e Il Cairo, il Nepal e l’India, la Giordania, attraversando il canale di Suez, Rodi e Atene. Molti di questi viaggi sono stati fatti in crociera, con la propria automobile al seguito per poi esplorare in autonomia le varie località; altri in aereo, come documentato da riprese aeree realizzate dai finestrini e da quelle dei velivoli Alitalia prima della partenza, spesso dall’aeroporto di Malpensa, fin dai primi anni Sessanta. Altri filmati si riferiscono invece ad alcune delle attività in cui era coinvolto professionalmente Savoldi in qualità di geometra, come nel caso delle riprese realizzate a Sotto il Monte (Bg), dove si era occupato dello sviluppo della cittadina con la progettazione e costruzione di alcune case, e di quelle del cantiere della costruzione della strada che collega Algua (Bg) all’altopiano di Selvino, e del cantiere per la costruzione del villaggio della manifattura tessile Crespi a Nembro. In alcuni dei filmati girati a Selvino è ripresa la bidonvia che collega Selvino al Monte Poieto in funzione, che era stata progettata e fatta realizzare da Savoldi nei primi anni Sessanta.
Vi sono infine filmati dedicati a occasioni varie. Tra questi uno che documenta una caccia al fagiano in Yugoslavia alla quale Savoldi aveva preso parte assieme a un gruppo di amici. Alcuni Carnevali a Nembro con le figlie in maschera, compleanni delle figlie, matrimoni, in particolare quelli dei figli del suo fratellastro Pietro, e quello di una sua segretaria, Severa, con Giuliano Bergamelli ad Aviatico (Bg). Sono inoltre documentate alcune manifestazioni sportive e una sfilata di auto d’epoca. Oltre ai ritratti del suo nucleo familiare, alle riprese paesaggistiche e alla documentazione di alcuni cantieri in attività sono presenti filmati che includono riprese che ricorrono con una certa frequenza, come quelle dei fuochi d’artificio, delle luminarie notturne e dei fiori. Fa parte del fondo filmico Renato Savoldi un film girato dalla moglie Mafalda Zanin in Super8 nel 1988 in occasione di un viaggio nello Yemen.