Le ritualità di una famiglia cagliaritana
Il fondo filmico ripercorre la vita della famiglia Vodret tra la fine degli anni Venti e la fine degli anni Quaranta del Novecento in Sardegna, in particolare a Cagliari, loro città di residenza, e a Ladispoli (RM), uno dei principali luoghi di villeggiatura dei Vodret.
Francesco Vodret (Cagliari, 1893-1962) ha girato tutti i suoi film in formato 9,5mm Pathé Baby, dopo aver acquistato una cinepresa Cine Nizo 9,5mm nel 1929.
Il lavoro di approfondimento è stato possibile grazie alle interviste rilasciate tra il 2017 e il 2018 da uno dei figli del cineamatore, Antonio Vodret.
È possibile ripercorrere la storia della famiglia Vodret attraverso l’edizione video del fondo filmico Francesco Vodret realizzata con il software Klynt.
(a cura di Karianne Fiorini)
I protagonisti
Francesco Vodret, detto Ciccio, nasce a Cagliari il 7 aprile 1893 da una famiglia di mercanti e ingegneri cagliaritani, discendenti da una famiglia di Casale Monferrato (Al) trasferitisi a Cagliari nel Settecento. Ultimogenito di quattro figli, Francesco Vodret frequenta le scuole primarie al Convitto Nazionale della sua città natale, proseguendo gli studi superiori al liceo classico Dettori, e iscrivendosi successivamente alla Facoltà di Ingegneria, sulle orme paterne. Nel 1914 viene chiamato a servire la patria come ufficiale, arrivando al grado di Capitano. Nel 1917, per lo scoppio di una bomba a mano subisce una leggera menomazione alla mano destra ed è costretto a un periodo di convalescenza a Cento. Nel 1918 viene messo nella riserva e torna a Cagliari: non potendo però più disegnare a causa della ferita alla mano, decide di cambiare facoltà e il 26 novembre del 1920 si laurea in Chimica. Nel 1922 si diploma in Farmacia e viene subito chiamato a coprire la cattedra di Chimica presso la Scuola di Viticoltura ed Enologia di Cagliari.
Nell’estate del 1921 al Poetto, la spiaggia cittadina, conosce una giovane romana, Teresa Moretti, che trascorreva l’estate presso dei parenti acquisiti. Quando la giovane, figlia di Filippo Moretti – proprietario del ristorante Ulpia al Foro Traiano a Roma e promotore dello sviluppo turistico di Ladispoli con l’attività della Pensione e del Lido Moretti – torna a Roma, Francesco Vodret la raggiunge e la convince alle nozze che si celebrano il 26 dicembre dello stesso anno nella città natale della sposa. Rientrati a Cagliari vanno ad abitare in una casa di famiglia in Corso Vittorio Emanuele, casa che sarà parzialmente distrutta durante i bombardamenti del 1943.
Dalla loro unione nascono cinque figli: Angela (Cagliari 1923 – 1928), Gaetano, detto Tatano (Cagliari 1924-2011), Antonio, detto Antonello (Cagliari 1929), Giancarla (Cagliari 1930 – 2007), Giuseppina, detta Pupina (Cagliari 1934-2018).
Francesco Vodret oltre all’insegnamento si dedica attivamente alla politica, iscrivendosi nel 1923 al partito nazionale fascista. Nominato Comandante della Corte Sant’Efisio della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale con il grado di Seniore, nel 1931 ne diventa Console. Sotto il profilo didattico, nel 1931 prende la libera docenza in Chimica agraria e inizia a insegnare all’Università di Cagliari: Chimica alla Facoltà di Medicina e Chimica agraria alla Facoltà di Chimica.
Nel 1929 è nominato Direttore incaricato della Regia Scuola Agraria Media di Cagliari e si trasferisce con la famiglia nell’alloggio di servizio in via Baccaredda, a Cagliari. Negli anni successivi gli viene affidato l’incarico di direttore del Laboratorio di Chimica nella medesima Scuola Agraria e torna ad abitare in Corso Vittorio Emanuele.
Nel 1939 è nominato Preside dell’Istituto Tecnico Agrario e la famiglia si trasferisce di nuovo nell’alloggio di servizio in via Baccaredda. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel giugno del 1940 viene richiamato, con il grado di Tenente Colonnello, in servizio al Corpo di Armata di stanza in Sardegna.
Nell’ottobre dello stesso anno viene messo nella riserva in quanto Preside dell’Istituto Tecnico Agrario. Dal febbraio del 1943 la famiglia Vodret, come la maggior parte dei cagliaritani, è costretta allo sfollamento, e si rifugia in un granaio di una casa campidanese nel paese di Isili, nel Sarcidano, servito dalle Ferrovie Complementari, fino all’ottobre del 1943. Dopo l’armistizio, forte della sua carica di Preside dell’Istituto Tecnico Agrario, riesce ad avere il permesso di rientro in città per lui e la famiglia, pur essendo poi sospeso definitivamente nel 1946. Nel biennio 1947-1948 si dedica, in collaborazione con alcuni suoi colleghi universitari, alla creazione di un laboratorio per la preparazione di farmaci galenici, in quegli anni introvabili in Sardegna, e di vaccini, l’Istituto Biochimico Sardo. Successivamente, scagionato sotto il profilo politico, prosegue con l’insegnamento universitario, creando poi in un secondo momento – nella casa di Corso Vittorio Emanuele, dove la famiglia si era ritrasferita quando nel 1946 dovette lasciare l’alloggio di servizio dell’Istituto Tecnico Agrario – un laboratorio di chimica agraria. Continuerà a insegnare chimica all’Università di Cagliari fino al 1962, anno della sua morte.
Appassionato fin dall’adolescenza di fotografia e di nuove tecnologie, realizza già a partire dal 1913 le prime fotografie su lastra di vetro, scoprendo poi l’esistenza di una tecnologia per la realizzazione di filmati amatoriali alla fine degli anni Venti. Questa scoperta che lo porta ad acquistare una cinepresa Cine Nizo F 9,5mm, appena introdotta sul mercato del cinema amatoriale, e a cominciare a filmare in modo continuativo il suo tempo libero trascorso con la famiglia, gli amici e i colleghi, a partire dal 1929 e fino alla fine degli anni Quaranta. Tra le sue passioni quella dello sviluppo e della stampa della pellicola, sia fotografica che cinematografica. Tutte le pellicole in formato 9,5mm Pathé Baby sono state sviluppate dallo stesso cineamatore Francesco Vodret.
Il fondo
Il fondo filmico è stato affidato per il deposito conservativo alla Società Umanitaria – Cineteca Sarda l’1 aprile 2011 per volontà di Antonio Vodret, uno dei cinque figli del cineamatore. Le pellicole, in formato 9,5mm Pathé Baby, conservate fino a quella data nelle diverse abitazioni della famiglia, a Cagliari e a Sassari, sono il risultato di un lavoro di assemblaggio, compiuto dall’autore con moviole e giuntatrici 9,5mm Pathé Baby. Dopo l’acquisizione il materiale filmico è stato sottoposto a un accurato intervento di restauro conservativo e trasferito su supporto digitale. Il riordino è stato effettuato in collaborazione con Antonio Vodret, terzogenito del cineamatore, avvalendosi della sua testimonianza orale durante la visione dei film, e attraverso alcune interviste, realizzate tra il 2017 e il 2018 , grazie alle quali si sono potute ricostruire le circostanze produttive che hanno portato alla realizzazione dei film. È stato inoltre possibile consultare un volume sulla storia della famiglia Vodret scritto dallo stesso Antonio Vodret e diffuso nella sola cerchia familiare.
Il fondo filmico è costituito da 16 bobine in formato 9,5mm Pathé Baby in b/n di diversa lunghezza, per una durata complessiva di circa 4 ore, girate tra il 1929 e il 1949. Il contenuto delle pellicole è prevalentemente di carattere familiare e si riferisce ai momenti del tempo libero trascorsi dalla famiglia Vodret a Cagliari, loro città di residenza, e in alcune località in cui la famiglia trascorreva le vacanze estive: a Seui, comune della provincia del sud Sardegna, nella subregione della Barbagia di Seulo, e a Ladispoli (Rm). Oltre ai filmati più strettamente familiari ve ne sono alcuni che documentano avvenimenti religiosi della città di Cagliari nel corso degli anni Trenta: la tradizionale festa di S. Efisio, le celebrazioni per la Settimana Santa, la canonizzazione di San Salvatore da Horta avvenuta nel 1938, il Carnevale, la via Crucis, e la processione pasquale “de S’incontru”. Altri filmati documentano invece manifestazioni politiche del partito nazionale fascista, come la cerimonia di benedizione del labaro della legione S. Efisio della MVSN-Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, nel 1931, una Rivista militare in via Roma, sempre a Cagliari, nel 1930, e infine una manifestazione svoltasi a Firenze nel 1934.
I filmati che riguardano gli episodi di vita familiare a Cagliari, e che vedono protagonisti la moglie e i figli del cineamatore, sono stati realizzati in particolare all’orto botanico, ai giardini della stazione ferroviaria, al porto, sulla terrazza della loro abitazione in corso Vittorio Emanuele, luogo prediletto dai figli del cineamatore per i momenti di gioco, alla Regia Scuola Agraria, poi diventato Istituto tecnico Agrario, al mare al Poetto, a San Gerolamo, nel comune di Capoterra (Ca), dove Francesco Vodret aveva acquistato una casa di campagna nella seconda metà degli anni Trenta, e infine a Monte Urpino, parco urbano della città.
Gli altri filmati, girati in occasione delle vacanze estive della famiglia Vodret, sono stati realizzati principalmente a Seui, dove Anita Vodret, una delle sorelle del cineamatore, e suo marito, possedevano una casa di campagna, e dove i Vodret si trasferivano regolarmente nel mese di luglio, e a Ladispoli (RM), nella pensione Moretti e al Lido Moretti, di proprietà del suocero del cineamatore, Filippo Moretti, dove la famiglia si tratteneva nel mese di agosto.
Vi sono poi altri filmati che sono stati girati nel giardino della Regia Scuola Agraria, poi Istituto Tecnico Agrario, dove la famiglia Vodret ha abitato per alcuni anni nell’appartamento di servizio, quando Francesco Vodret era stato nominato prima Direttore incaricato della Regia Scuola Agraria nel 1929, e successivamente dal 1939 al 1946, a seguito dell’assegnazione dell’incarico di Preside dell’Istituto. E infine un filmato girato in occasione di una gita di Francesco Vodret a Tunisi con i colleghi dell’Istituto Tecnico Agrario nel 1934, e alcune brevi riprese a Roma nei primi anni Trenta al Foro Traiano, dove era collocato il ristorante del suocero Filippo Moretti, e a Fontana di Trevi.