Antonia Pozzi (1912-1938)
Antonia Pozzi nacque a Milano il 12 febbraio 1912 da Roberto, avvocato, e dalla contessa Carolina Lavagna Sangiuliani di Gualdana.
Ricevette una formazione solida e rigorosa. Fin da adolescente iniziò a scrivere poesie, trovando ispirazione nella natura che circondava la sua amata casa di Pasturo, ai piedi delle Grigne (LC), che fu per lei luogo di rifugio e pace.
Una volta diplomatasi al liceo classico “Alessandro Manzoni”, iniziò una relazione con il suo professore di latino e greco, Antonio Maria Cervi, nonostante la ferma contrarietà della famiglia.
Iscrittasi alla facoltà di Filologia moderna dell’Università di Milano, ebbe l’opportunità di conoscere molti intellettuali del suo tempo, tra cui Vittorio Sereni, che divenne per lei un amico fraterno. In particolare, durante le lezioni di estetica di Antonio Banfi, entrò in contatto con diversi filosofi, poeti e editori dell’epoca, tra cui Remo Cantoni, Enzo Paci, Maria Corti, Alberto Mondadori, Livio Garzanti e numerosi altri. L’influenza di Banfi si rivelò profonda, tanto che sotto la sua guida Pozzi si laureò nel 1935.
Nonostante la sua formazione scolastica e accademica moderna e progressista, il suo percorso si scontrò con le aspettative familiari, ancora legate ai rigidi ruoli tradizionali della società altoborghese.
Conclusa l’università, si dedicò allo sport e ai viaggi, fino a che fu chiamata all’insegnamento presso un istituto tecnico, esperienza che visse come un modo per emanciparsi e distaccarsi dalla famiglia di origine.
Tuttavia, lo scarso apprezzamento che le sue poesie ricevettero tra i suoi amici e il suo stesso professore alimentò in lei una crescente inquietudine. A ciò si aggiunsero una cocente delusione amorosa e l’espatrio di amici costretti a lasciare l’Italia a causa delle Leggi razziali, aggravando così il suo senso di isolamento.
Travolta da quella che lei stessa definì una «disperazione mortale», Antonia Pozzi scelse di togliersi la vita a soli ventisei anni, il 3 dicembre 1938, presso Chiaravalle.
Tutte le sue poesie furono pubblicate postume: nonostante la discreta produzione in vita, Pozzi non tentò mai la via della pubblicazione. A seguito delle particolari circostanze della sua morte, il padre ritenne opportuno rimaneggiare alcuni dei suoi scritti, per oscurarne i passaggi più personali e controversi, prima di acconsentire alla pubblicazione (1939).
Al 1989 risale la prima pubblicazione integrale e priva di censure a cura di Onorina Dino.
Puoi consultare l’atto di morte sul Portale Antenati: Archivio di Stato di Milano > Stato civile italiano > Milano > Registro 7440, Parte I (1587-1750), Registro 3
L’originale è conservato presso l’Archivio di Stato di Milano
L’archivio personale e la biblioteca di Antonia Pozzi sono oggi conservati presso il Centro nazionale insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti”
Per approfondimenti sulla figura di Antonia Pozzi, vedi la voce del Dizionario Biografico degli Italiani a cura di Sara Lorenzetti.