Mimì Quilici Buzzacchi (1903-1990)
Emma Buzzacchi, meglio nota come Mimì, nacque a Medole (MN) il 28 agosto 1903, da Lorenzo e Pia Folegatti, appartenenti alla borghesia agraria mantovana.
Sin dalla giovane età, grazie alle colte influenze della sua famiglia e agli insegnamenti di Edgardo Rossaro, suo primo maestro di disegno, sviluppò una precoce passione per le arti, in particolare per la pittura e l’incisione.
Durante l’adolescenza, si trasferì a Ferrara assieme alla famiglia, dove venne profondamente influenzata dall’ambiente artistico locale e si avvicinò ai principi del movimento Novecento. Questo percorso la portò, poco più che ventenne, a realizzare le sue prime mostre personali, fino a essere invitata, nel 1928, a esporre alla Biennale di Venezia, manifestazione a cui partecipò ininterrottamente fino al 1950.
Nel 1929 si unì in matrimonio con Nello Quilici, giornalista e direttore del Corriere Padano, con cui collaborò attivamente divenendo la coordinatrice della Terza pagina. Dalla loro unione nacquero due figli, Folco, poi divenuto regista, e Vieri, noto architetto. Tuttavia, il matrimonio fu tragicamente interrotto dalla morte di Nello durante l’incidente aereo del 28 giugno 1940 a Tobruk, in cui perse la vita anche Italo Balbo, che era alla guida del velivolo, e per il quale Quilici stava svolgendo le funzioni di ufficio stampa in Libia.
Rimasta vedova, Mimì si trasferì Roma.
Lì, la sua vita artistica ricevette un nuovo impulso: prese a dedicarsi ancora più intensamente alla raffigurazione paesaggistica, costiera in special modo, evolvendo in una pittura più espressiva e tormentata, grazie all’uso sapiente e dialogico di luci e colore, che creavano risultati di grande suggestione. Il suo referente in pittura rimase Cézanne, ma riletto attraverso Morandi.
Solo a partire dal 1958 le sue esecuzioni pittoriche presero a placarsi, in concomitanza con il ritorno e i frequenti viaggi alle Valli di Comacchio, dove iniziò cicli pittorici e opere poi confluite in mostre ed esposizioni tra Roma e il nord Italia.
Per tutto il trentennio successivo lavorò senza sosta, ottenendo premi e riconoscimenti internazionali.
Morì a Roma il 16 giugno 1990.
Tra i lavori più noti, si ricordano: il ritratto del nonno Giovanni Buzzacchi “Il nonno garibaldino” (1961), l’affresco “La glorificazione delle sante Felicita e Perpetua” (1940) presso il villaggio Corradini in Libia, le mostre “Le Valli di Comacchio (Ferrara, 1960), “Quadri del Tevere” (Roma, 1976), “Mediterraneo, luce e spazio” (Roma, 1979) a cui si aggiungono la curatela di numerose copertine di libri e riviste e le pregevoli opere incisorie, e in particolare xilografiche, cui lavorò con costanza fin dagli esordi.
Molte delle sue opere sono oggi conservate nella collezione permanente presso la “Civica Raccolta d’Arte Moderna e Contemporanea” di Medole, ospitata nella sede di Palazzo Ceni.
Puoi consultare l’atto di nascita sul Portale Antenati: Archivio di Stato di Mantova, Stato civile italiano (registri del Tribunale di Mantova) dal 1901, Medole, 1903
Da notare a margine dell’atto la nota di cancelleria che segna l’avvenuto matrimonio con Nello Quilici, il 2 febbraio 1929 a Ferrara.
L’originale è conservato presso il Tribunale di Mantova.