Tina Modotti (1896-1942)
Assunta Adelaide Luigia Saltarini Modotti, detta Tina, nacque il 17 agosto 1896 a Udine, all’interno di una famiglia numerosa e di condizioni assai modeste.
Nel 1905, il padre, Giuseppe, emigrò negli Stati uniti in cerca di fortuna. Per questo motivo, all’età di dodici anni, Tina fu costretta a lavorare come operaia presso una fabbrica tessile nella periferia della città. A questi anni risalgono anche le prime frequentazioni dello studio fotografico dello zio paterno, Pietro Modotti, e l’apprendimento dei primi rudimenti di fotografia.
Nel 1913 emigrò anche lei, raggiungendo il padre e una delle sue sorelle. Lì, dopo un periodo come operaia, iniziò a posare come modella e si avvicinò alla recitazione, ottenendo un discreto consenso e apprezzamento.
Nel 1918, sposò il pittore e poeta Roubaix de l’Abrie Richey, soprannominato Robo, con il quale si trasferì a Los Angeles. Fu lui a introdurla negli ambienti politicamente e artisticamente più stimolanti della città e a presentarla al fotografo di fama internazionale Edward Weston, che presto divenne il suo maestro nell’arte fotografica. Dal canto suo, Modotti divenne la sua modella preferita, la sua musa e, infine, la sua amante.
Assieme si trasferirono in Messico, dove viaggiarono a lungo scattando fotografie che venivano pubblicate su diverse riviste, ottenendo premi e riconoscimenti. La bravura di Modotti cresceva di pari passo al suo stile, che si faceva via via più definito e personale: la fotografia divenne lo strumento per veicolare messaggi che avevano una portata antropologica, sociale e politica sempre più forte, denunciando la povertà, il degrado e la disparità sociale.
Divenne la fotografa ufficiale del movimento muralista messicano e cominciò a prendere parte a diverse forme di attivismo. Questo suo coinvolgimento e le sue amicizie influenti – come, ad esempio, con la pittrice Frida Kahlo e suo marito Diego Rivera – le offrirono la fama, consacrando il periodo più intenso della sua arte.
Tuttavia, a causa di alcuni scandali e accuse infondate che la vedevano coinvolta come complice tanto nell’omicidio del suo compagno dell’epoca, Julio Antonio Mella, quanto dell’attentanto al presidente Pascual Ortiz Rubio, Tina Modotti venne espulsa dal Messico nel 1930. Da quel momento, smise di fotografare per tutti i dodici anni che le rimasero da vivere.
Si trasferì a Berlino, da dove viaggiò a lungo e in largo tra l’Europa e l’Unione Sovietica. E, nel 1935, assieme al suo nuovo compagno, Vittorio Vidali, partecipò alla Guerra civile spagnola, fino al 1939, quando assieme fecero ritorno in Messico sotto falso nome.
Tina Modotti morì il 5 gennaio 1942 a Città del Messico.
Secondo alcuni fu uccisa a seguito del suo coinvolgimento in molti scenari politici, essendo diventata ormai una presenza scomoda; secondo altri, a seguito di un arresto cardiaco. Fu il poeta Pablo Neruda a comporre l’epitaffio che campeggia sulla sua lapide, nel cimitero Panteón de Dolores nella capitale messicana, dove venne sepolta.
Puoi consultare l’atto di nascita sul Portale Antenati: Archivio di Stato di Udine > Stato civile italiano > Udine > 1896
L’originale è conservato presso l’Archivio di Stato di Udine
Per approfondimenti sulla figura di Tina Modotti, vedi la voce del Dizionario Biografico degli Italiani a cura di Giuliana Muscio.