Il filo conduttore della mia famiglia, la ferrovia adriatica
La ferrovia adriatica o, come si chiamava allora verso la fine dell’800, Strade Ferrate Meridionali, è stata la protagonista per molti anni della mia famiglia. Una protagonista silenziosa ma che ha influito su fidanzamenti, matrimoni, morti di nonni e bisnonni.
Sto vivendo quello che ho scoperto un po’ come una favola. Parlo di favola perchè, non solo ho trovato tutto quello che volevo sapere e sono arrivata fino agli inizi del ‘700, ma ho trovato anche il ramo femminile, così come i vicini di casa che avevano i miei antenati nel 1791!! Inoltre ho trovato diversi cugini che non sapevo di avere: questa ricerca mi ha coinvolta pienamente, diventa un po’ come la storia delle ciliegie, una cosa tira l’altra!
Certamente, ho avuto un po’ d’aiuto fuori dal sito degli antenati, ma se non avessi cominciato da lì…
Con l’aiuto del portale sono riuscita a risalire indietro di 6 generazioni, ho trovato rami collaterali legati, a volte, anche doppiamente. Più di 60 cognomi collegati con noi e i pochi parenti che avevo sono triplicati. Tante regioni coinvolte, rami in Liguria, in Toscana, in Veneto, Abruzzo, Marche persino in Brasile e chissà in quanti altri luoghi …
L’intera storia si può raccontare in due modi…
Si può iniziare sicuramente con “C’era una volta” nel 1868 circa, un giovanotto di nome Valentino Pizziolo…
In alternativa, possiamo anche cominciare dalla metà del 700, quando a Scandolara, Giovanni e Caterina misero al mondo Francesco (quadrisavolo). Intorno al 1790 Francesco decise di trasferirsi a Carpenedo per fare il sensale e lì si sposò con Caterina detta Moma, una donna di Mogliano. Da lei ebbe almeno 11 figli, tra i quali, nel 1791, Giovanni. Vivevano sulla strada per Mogliano Veneto, vicino al canale Bazzera, anzi proprio il Canale, forse, faceva da confine alla proprietà.
I loro confinanti e vicini di casale erano i Forcellato, anticamente mugnai a Zelarino e poi osti a Carpenedo. Suppongo che, proprio grazie a questa vicinanza, il mio trisnonno, incontrò la moglie.
Giovanni dopo una prima vedovanza, si risposò con Caterina, dalla quale ebbe almeno quattro figli, tra cui Valentino nel 1840. Caterina veniva da un paese sotto al Grappa, Solagna, e si trovava a Carpenedo con gli zii che erano, appunto, i vicini di casale di Giovanni e osti nel paese.
Intorno al 1868, Valentino riuscì ad ottenere un lavoro come montatore di macchine ferroviarie presso le strade ferrate meridionali e fu così mandato sulla linea adriatica verso Foggia.
Laggiù divenne amico di Pasquale Salvarezza, anche lui dipendente delle ferrovie, che gli presentò sua sorella Maddalena e si sposarono.
Le ferrovie, però, lo spostarono subito a Vasto ed è lì che nacquero i primi due figli, un maschio ed una femmina. Dopo qualche tempo, con il progredire della sua posizione, Valentino fu rimandato a Foggia, dove nacquero altri tre figli maschi.
Purtroppo la vita, nel 1886, gli tolse la moglie di solo 44 anni e dopo poco fu mandato a Bologna. Non sapendo come fare, mise i figli in collegio e partì per quella nuova destinazione, ma a Foggia non tornò più, perché appena due mesi dopo la moglie, morì anche lui a 47 anni non ancora compiuti, e fu sotterrato proprio a Bologna.
I cinque figli studiarono in collegio: i maschi, eccetto uno, entrarono in ferrovia e si stabilirono a Castellammare Adriatico. La femmina si sposò con un geometra figlio di un ferroviere ed andò a vivere ad Ortona. I quattro maschi si sposarono tutti con figlie di ferrovieri e restarono a Castellammare, almeno per un po’.
Lo zio Pasquale, nel frattempo aveva sposato una ragazza di San Benedetto del Tronto, figlia di ferroviere. Lei e la sorella Teresa si erano trasferite a Castellammare, dove quest’ultima aveva sposato Achille, un ferroviere originario della zona: questi sono i miei bisnonni da parte femminile.
Alcuni figli di Pasquale, a loro volta sposarono alcuni dei figli di Achille e un ramo di questi adesso si trova in Brasile.
Il primo figlio di Valentino, Giorgio mio nonno, anche lui in ferrovia, conobbe così, attraverso lo zio Pasquale, la sua futura moglie Michelina, figlia proprio di Achille e Teresa. Da lei ebbe nove figli, fra i quali mio padre e, con questo, siamo arrivati ad oggi.
La storia si può raccontare anche in quest’altro modo …