Girolamo Sotgiu, la famiglia e la politica
Il fondo filmico ripercorre alcuni momenti della vita della famiglia Sotgiu tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta del Novecento a Sassari e a Cagliari, città nelle quali la famiglia ha vissuto a partire dalla fine degli anni Quaranta, ma soprattutto a Punta Timone, sull’isola di Tavolara, dove i Sotgiu erano soliti trascorrere l’estate. Alcuni dei film documentano l’attività politica di Girolamo Sotgiu in Sardegna e a Roma.
Girolamo Sotgiu (La Maddalena, 1915 – Cagliari, 1996) ha girato tutti i suoi film in formato 8mm in bianco e nero e a colori.
Il lavoro di ricerca e approfondimento è stato possibile grazie alle interviste rilasciate tra il 2017 e il 2019 da una delle figlie del cineamatore, Maria Federica Sotgiu.
È possibile ripercorrere la storia della famiglia Sotgiu attraverso l’edizione video del fondo filmico Girolamo Sotgiu realizzata con il software Klynt.
(a cura di Karianne Fiorini)
I protagonisti
Girolamo Sotgiu nasce il 22 agosto 1915 a La Maddalena (Ss) – quartogenito di sei fratelli e sorelle (Giuseppe, Dante, Bianca, Girolamo, Anita, Lina) – da una famiglia di origini galluresi. Il padre, Antonio Sotgiu, avvocato e sindaco socialista di Olbia tra il 1906 e il 1910, e sua moglie, Federica Cervo, avevano dato la possibilità a tutti i figli di studiare a Roma, con il trasferimento della signora Sotgiu e dei figli nella capitale nel periodo della scuola. Girolamo cresce a Roma, frequenta il Liceo classico Visconti e si laurea in Lettere nel 1938 con il prof. Natalino Sapegno. Frequenta gli ambienti intellettuali, e nel 1939 pubblica una raccolta di versi “Sosta al mattino” con la casa editrice Asino Volante, oltre a collaborare con diverse riviste letterarie, tra le quali “La Ruota”. Nel settembre del 1939, per evitare il richiamo alle armi, si trasferisce in Grecia, nel Dodecaneso – isole sotto il dominio italiano dal 1912 al 1947 – prima a Simi, essendo riuscito a ottenere l’incarico di preside del Ginnasio e di insegnante di greco e latino, e poi a Lero nel 1940, dove era stato trasferito in quanto a Simi “Il professore aveva familiarizzato con gli indigeni”, trascurando l'”italianizzazione dei greci”. A Lero è denunciato perché ascoltava Radio Londra, viene espulso dall’insegnamento e processato. Alla fine dell’estate del 1941, poiché l’appello si sarebbe svolto a Rodi, Sotgiu decide di trasferirsi in quell’isola cominciando a impartire lezioni private. Dopo l’assoluzione riprende l’insegnamento nel ginnasio di Rodi. Ed è proprio in questo periodo che conosce una giovane insegnante di origini calabresi – trasferitasi a Rodi nel 1941 – Bianca Ripepi (Reggio Calabria 1922 – Cagliari 2015), con la quale si unisce in matrimonio il 1° maggio 1943. Dalla loro unione nascono tre figli, Maria Federica (Rodi, 1943), Antonello (Simi, 1945) e Donatella (Cagliari, 1958). Nel 1943 Sotgiu è arrestato a Rodi con l’accusa di essere un sovversivo, ma grazie all’intervento della moglie torna in libertà. Nel 1945, tornato a Rodi dopo una breve fuga dei Sotgiu a Simi, dove nascerà il loro secondogenito Antonello, Girolamo Sotgiu – che assieme ad altri professori era stato chiamato a costituire una Commissione per la “Tutela degli interessi degli italiani del Dodecaneso” – chiede al Governo provvisorio di poter stampare un giornale in italiano. La testata è “Notizie dall’Italia”, che lo impegna fino al settembre del 1945, quando ritornerà in Italia, a Roma, raggiunto dalla moglie e dai due figli all’inizio del 1946. Nello stesso anno si trasferiscono in Sardegna, prima a Cagliari, e poi dal 1949 a Sassari, chiamato a dirigere la Federazione provinciale del PCI. Nel frattempo è eletto al Consiglio regionale come consigliere per cinque legislature (I-V), e nella CGIL ricopre il ruolo di segretario regionale e componente del Comitato nazionale. Nel 1955 torna a Roma per impegni politici, per poi dividersi negli anni successivi tra Roma e la Sardegna. Nel 1968 viene eletto senatore (1968-1972) e prende parte alla Commissione parlamentare sul banditismo in Sardegna. Dalla fine degli anni Sessanta comincia a dedicarsi all’insegnamento, dal 1969 è incaricato di Storia del Risorgimento nel Magistero di Cagliari, e dal 1971 è libero docente in Storia del Risorgimento. Fonda e dirige la rivista “Archivio sardo del movimento operaio contadino e antonomastico”. Nel 1980 supera il concorso per l’insegnamento all’Università, e comincia a insegnare Storia moderna all’Università di Cagliari nella facoltà di Scienze politiche della quale fu anche Preside. Scriverà nel corso degli anni una serie di importanti volumi sulla storia della Sardegna moderna e contemporanea, spaziando dalle origini della questione sarda alla formazione dei movimenti politici e dei partiti in Sardegna, dalla storia della Sardegna sabauda alla storia della Sardegna durante e dopo il fascismo.
Nei primi anni Cinquanta acquista una cinepresa 8mm e comincia a girare film documentando la sua vita familiare e la sua attività politica. I primi anni Cinquanta coincidono non solo con l’avvio dell’intensa attività politica e sindacale di Girolamo Sotgiu ma anche con l’inizio di periodi di vacanza trascorsi con la famiglia nell’isola di Tavolara, in Sardegna, entrambi oggetti dello sguardo del cineamatore. Nel 2015, il suo nome e quello di sua moglie sono stati iscritti tra i “Giusti tra le nazioni” dallo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, per aver salvato la vita ad alcuni ebrei durante il periodo trascorso a Rodi, in Grecia, durante la Seconda Guerra Mondiale. Girolamo Sotgiu muore a Cagliari il 5 marzo 1996.
Il fondo
Il fondo filmico è stato affidato per il deposito conservativo alla Società Umanitaria – Cineteca Sarda il 29 settembre 2011 per volontà di Maria Federica, una dei tre figli del cineamatore. Le pellicole, in formato 8mm, sono state conservate fino a quella data nelle diverse abitazioni della famiglia a Cagliari. Dopo l’acquisizione il materiale è stato sottoposto a un accurato intervento di restauro conservativo e trasferito su supporto digitale. Il riordino è stato effettuato in collaborazione con la stessa Maria Federica, avvalendosi della sua testimonianza orale durante la visione dei film e attraverso alcune interviste realizzate nel mese di novembre 2017 e gennaio 2018, grazie alle quali si sono potute ricostruire le circostanze che hanno portato alla realizzazione dei film.
Il fondo filmico è costituito da 64 bobine in formato 8mm per una durata complessiva di circa 5 ore, girate tra i primi anni Cinquanta e i primi anni Sessanta del Novecento. Tutti i filmati sono muti. Il contenuto delle pellicole è prevalentemente di carattere familiare, pur essendo presenti pellicole che documentano momenti legati all’attività politica di Girolamo Sotgiu nel Partito comunista italiano.
I filmati familiari sono stati girati per la stragrande maggioranza sull’isola di Tavolara (Ss), più precisamente a Punta Timone – dal 1971 base NATO e non più accessibile – dove la famiglia Sotgiu trascorreva le vacanze estive a partire dai primi anni Cinquanta, alloggiando in una casetta di pastori senza acqua né luce, ospite di “zia Nanù” e del marito Giovanni Cocciu, pastore e pescatore dell’isola. In questi filmati è la vita quotidiana della famiglia Sotgiu a essere documentata: dalla pesca mattutina alla preparazione del pane, dalla preparazione delle reti per la pesca sciabica alla pulizia del pesce, dalla mungitura delle capre dai denti d’oro alla preparazione della brace per il pranzo e per la cena, dalle passeggiate sull’isola all’avvistamento degli asini selvatici, dai bagni e dai giochi in mare alle escursioni in barca fino alla Grotta del Papa.
Protagonisti assoluti sono Bianca Ripepi, moglie di Girolamo, i loro figli Maria Federica e Antonello, e poi dal 1958 anche l’ultimogenita Donatella, alcuni familiari in visita, amici vari, il fanalista dell’isola sig. Bacchisio Chinelli, sua sorella “zia Nanù” e il marito Giovanni Cocciu.
Altri filmati girati in famiglia documentano momenti trascorsi dalla famiglia Sotgiu sempre in Sardegna: a Carloforte, sull’isola di San Pietro, nell’arcipelago del Sulcis; a Sassari, dove ha risieduto per alcuni anni; in visita alla Basilica della Santissima Trinità di Saccargia, chiesa in stile romanico pisano situata nel territorio del comune di Codrongianos (Ss); al mare a La Maddalena (Ss); a Olbia, dove risiedeva il padre di Girolamo Sotgiu, Antonio; a Cagliari, città di residenza dei Sotgiu a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta.
In particolare a Cagliari le riprese si concentrano sulla terza e ultima figlia, nata nel 1958, seguita in diversi momenti della sua crescita. Uno dei filmati documenta un saggio di danza classica di Donatella Sotgiu a metà degli anni Sessanta.
Altri filmati documentano momenti trascorsi dai Sotgiu in alcune località italiane: in montagna d’estate a Molveno (Tn), a Venezia, alle cascate di Terni, città nella quale risiedeva e ricopriva la carica di sindaco Dante Sotgiu, fratello di Girolamo, a Palermo e a Roma, con alcuni scorci della città, che Girolamo Sotgiu frequentava spesso per i suoi impegni politici.
Vi sono inoltre filmati girati in occasione della cavalcata sarda a Sassari, nei primi anni Cinquanta, antica manifestazione culturale e folkloristica che si svolge in questa città, solitamente la penultima domenica di maggio, che consiste nella sfilata a piedi, a cavallo o sulle traccas (i caratteristici carri addobbati con fiori e oggetti della quotidianità), di gruppi provenienti da ogni parte della Sardegna; i partecipanti indossano il costume caratteristico del luogo di provenienza, spesso arricchito da curatissimi ricami e gioielli in filigrana.
Per quel che riguarda la documentazione filmica dei momenti legati all’attività sindacale e politica sono presenti una serie di filmati girati durante alcune Feste dell’Unità a Sassari nel corso dei primi anni Cinquanta, dove sono ripresi anche un concorso di bellezza di giovani donne e uno di bambine, e poi varie riprese in diverse località non identificate che documentano attività ludiche come il tiro alla fune, la corsa coi sacchi, la corsa con l’asino per le strade di una cittadina, o la distribuzione di un giornale comunista da parte di alcuni bambini, oltre a filmati girati durante comizi, sempre in località non identificate con una moltitudine di operai e braccianti agricoli.
Sono infine presenti tre filmati che Sotgiu ha realizzato in occasione della V Conferenza regionale sarda del PCI, a Cagliari negli anni Cinquanta, dell’VIII Congresso nazionale del PCI a Roma, all’Eur, alla presenza di Enrico Berlinguer, Palmiro Togliatti e altri esponenti nazionali e internazionali del partito nel dicembre del 1956, e uno in cui è documentata la visita di una delegazione del PCI al Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma.