Registri parrocchiali
Per il periodo antecedente al 1866 e anche successivamente, i parroci sono stati titolari delle registrazioni dei battesimi, matrimoni, morti e degli stati d’anime e sono responsabili della conservazione dei relativi registri parrocchiali o libri canonici.
Lo hanno fatto in modo sistematico e ininterrotto dalla seconda metà del Cinquecento, a seguito delle disposizioni del Concilio di Trento ma già in precedenza alcune parrocchie compilavano questi registri.
I registri parrocchiali delle circa 25.000 parrocchie italiane e gli stati delle anime, compilati dai parroci visitando i propri amministrati casa per casa durante il periodo pasquale, sono tra i documenti più importanti per ricostruire i nuclei familiari del passato.
Pertanto, per il periodo antecedente al 1866, è necessario rivolgersi alla parrocchia di nascita e a quella di residenza del proprio antenato – se diversa dalla prima – per ottenere informazioni ed eventuali certificazioni.
Va tenuto conto che, in alcune diocesi, gli archivi parrocchiali più antichi sono stati concentrati presso l’archivio storico diocesano o presso la parrocchie maggiori.
Recapiti ed altre informazioni sulle parrocchie italiane sono reperibili sul sito della Conferenza episcopale italiana e sul motore di ricerca “Parrocchie”.
Informazioni e descrizioni degli archivi storici parrocchiali possono essere consultate su BeWeB – Beni Ecclesiastici in web, sviluppato a cura dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza episcopale italiana.
In pochi casi è possibile consultare gli atti parrocchiali presso l’Archivio di Stato competente per territorio. Informazioni dettagliate sulle fonti genealogiche presso ciascun Archivio di Stato possono essere reperire nella sezione “Esplora gli Archivi”.
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