Come iniziare
Da dove partire? Come è possibile rintracciare i propri antenati? Le fonti indispensabili alla ricerca genealogica sono generalmente di due tipi: quelle private, tra cui, ovviamente in primo luogo, i ricordi personali (le fonti dirette) e la tradizione orale della propria famiglia (le fonti indirette) ma anche gli archivi di famiglia e di persona; quelle pubbliche, come lo stato civile, l’anagrafe, la documentazione militare e gli atti parrocchiali; e, in secondo luogo, anche se meno ricchi di dati genealogici, ma altrettanto importanti gli atti notarili, i catasti, le matricole di ordini professionali.
Altre fonti pubbliche dove ricavare dati concernenti singole persone sono i fondi della Questura, Prefettura, Tribunali, degli enti pubblici assistenziali, orfanotrofi, ospedali etc.
In realtà, la ricerca genealogica, come ogni altra ricerca archivistica, ha bisogno di indizi, e in definitiva, nessun documento, nemmeno un registro contabile, può dirsi insignificante allorquando possa fornire anche una sola informazione per integrare i nostri dati di partenza oppure una traccia che rinvii ad altri documenti utili per continuare la ricerca.
Ma per cominciare è bene far ricorso innanzitutto alle fonti cosiddette “seriali”, cioè alle registrazioni e ai documenti prodotti e conservati nel tempo principalmente da uffici pubblici o da strutture ecclesiastiche ed oggi accessibili presso gli archivi di stato od altri archivi storici. La ricerca deve prendere le mosse da riferimenti geografici, di tempo e di relazioni parentali (filiazione, fratellanza e matrimonio), per procedere, secondo una regola di carattere generale, necessariamente a ritroso nel tempo.
E quindi, per ricercare i dati anagrafici di un nostro antenato, partendo dalla data da noi conosciuta, generalmente ricavata da un documento o da una notizia in nostro possesso, è consigliabile procedere così: a partire dalla data del 1° gennaio 1866 in avanti, è opportuno fare ricorso agli atti dello stato civile o, (in alternativa ai registri parrocchiali e alle fonti militari); dalla data del 31 dicembre 1865 fino ai primi anni del ‘600 è consigliabile effettuare la ricerca sugli atti parrocchiali (per alcune aree e in casi particolari le registrazioni parrocchiali sono più antiche e risalgono anche al XIV secolo); dalle più antiche registrazioni parrocchiali all’indietro nel tempo fino al XIII secolo è consigliabile effettuare la ricerca sugli atti notarili e su estimi e catasti; ancora più indietro nel tempo, in linea teorica, è possibile provare a individuare le tracce nei più remoti antenati nei fondi diplomatici degli archivi gentilizi, dei comuni, dei più antichi monasteri e chiese.