Storia della famiglia Aldieri
La passione per le ricerche genealogiche sul mio cognome Aldieri è iniziata circa dieci anni fa, stimolata da ricordi di racconti fatti in gioventù da parenti e conoscenti. Spesso pensavo alle mie origini, a chi fossero i miei antenati.
Poiché il web s’ingigantiva di notizie di tutti i generi, storiche e attuali, iniziai la ricerca su Google Libri, per avere notizie sulla storia del mio cognome paterno, Aldieri.
Con sorpresa scoprii che il mio cognome era addirittura esistente nella sua dicitura esatta in un documento pubblicato in Testi dei “Servi della Donna di Cafaggio”: ricordanze di S. Maria di Cafaggio, Firenze (1295-1332), ricordanze di S. Maria del Poggio, Pistoia (1296-1353), Inventario di ex-voto d’argento all’Annunziata di Firenze (1447-1511) della madonna di Cafaggio[1]:
Il documento risaliva alla fine del 1200 e raccontava l’ammissione in convento di una signora di Firenze, tale “Monna Lapa” vedova di Francesco Aldieri.
Con questo, si accese una lampadina che illuminò le mie ricerche: pensavo con eccitazione che il mio “nomen” Aldieri avesse antichissime origini. Pensavo a quel “quondam” Francesco Aldieri, così ricco da lasciare in eredità 300 fiorini piccoli ricavati dalla vendita di un magazzino alla sua vedova, Monna Lapa, che guarda caso era andata in sposa in un periodo che vide anche la nascita di tale Durante de Alagheriis, poi nominato Dante Alighieri. Questo fatto ingigantì il mio desiderio di saperne di più, anche se le origini della mia famiglia Aldieri affondavano tutte nel Regno di Napoli. Di questo venni a conoscenza dal mio primo avo Ernesto Aldieri, al quale venne raccontato da suo padre, secondo avo, Ciro Aldieri di Giovanni, guardia comunale di San Giovanni a Teduccio. Mio nonno Ernesto raccontò anche di essere venuto a conoscenza dell’esistenza di una famiglia Aldieri di origini Toscana, che fondevano cannoni dalla quale provenivano alcuni Aldieri (Ferdinando?) del medesimo comune.
In Google scoprii tantissime notizie su persone con il mio cognome, che rimandavano a derivazioni con origini antichissime. Gli studiosi di onomastica lo farebbero derivare dalla cognomizzazione della professione di un capo tribù barbaro (bravo lanciere) di origine danese o germanica, che si era insediata nell’Italia settentrionale.
Non pago, continuai nelle ricerche su Google Libri e scoprii che un tale Leonardo Aldigerio (Aldieri), originario dell’Italia settentrionale era diventato il capo popolo rivoluzionario della ribellione di Messina del XIII secolo «si trova nella città dello Stretto una famiglia dal cognome inconsueto nell’isola, certamente non indigeno: quello degli Aldigerii o Aldieri. Il rappresentante più illustre di questa famiglia è appunto Leonardo[2]».
Fu in quella occasione, risalente all’anno 2012-13, che scoprii il portale Antenati: non fu solo una lampadina che si accese, ma fu un faro che mi illuminò! Avevo acquisito un tale numero di notizie riguardanti il mio nome, che volevo assolutamente capire da dove venissi: Firenze o Napoli?
Iniziai una lenta ma continua consultazione dei registri dello Stato civile, a cominciare dai registri nell’Archivio di Stato di Firenze, ma non trovai nulla, se non nel registro dei Blasoni delle famiglie toscane descritte nella Raccolta Ceramelli Papiani dell’Archivio di Stato di Firenze, organizzato per la ricerca come database web: lì scoprii uno stemma nobiliare riferito ad una famiglia Aldieri di Firenze, senza nessuna storia allegata .
Una parente mi ricordò di una nobile famiglia fiorentina Aldieri, che era stata nominata più volte da mia nonna paterna, ma la ricerca degli eventuali rami nobiliari non mi interessava. Comunque, in Toscana e in Umbria scoprii numerose persone con questo nome Aldieri, e scoprii pure che diverse famiglie toscane usavano questo nome da aggiungere al loro per darsi una vanitosa discendenza dal sommo poeta Dante Alighieri: come per esempio un tale Giovanni Aldieri della Casa funzionario del Monte Pio di Siena (ora Monte dei Paschi di Siena), che è nominato nel primo prestito della storia fatto da quell’antica banca; oppure un Prelato domestico di due Papi, Aldieri di Carlo Aldighieri Biliotti Tornabelli.
La ricerca del mio ramo originario in Napoli mi attirava maggiormente e scrissi per avere notizie allo Stato civile del Comune di Napoli, il quale mi fornì importanti documenti che mi re-inviarono al mio secondo avo, Ciro Aldieri. Le mie ricerche proseguirono poi sui registri depositati presso l’Archivio di Stato di Napoli, che mi furono utili per avvicinarmi ulteriormente al mondo dei miei antenati: scoprii ad esempio corrispondenze con i racconti di mia nonna paterna riguardo agli Aldieri dei quartieri Chiaia e San Ferdinando e di altri quartieri in Napoli, ma non con quelli di Castellammare di Stabia.
La svolta decisiva avvenne con la scoperta dell’attività di indicizzazione dei registri di Stato civile da parte di Family Search, come mi venne comunicato da un funzionario dell’Archivio di Stato di Napoli.
Mi iscrissi come indicizzatore in quella organizzazione e dapprima imparai a leggere le scritture dei funzionari dell’epoca, poi mi spinsi più in là e cominciai a indicizzare con l’apposito programma. Ero affascinato e proseguivo nell’opera con grande commozione: leggevo e scrivevo di persone che erano esistite e avevano avuto una vita, leggevo della nascita e purtroppo la morte di neonati o persone giovani, e per ognuna di queste mi chiedevo come fossero, e quale fosse la causa per una scomparsa in così tenera età. Talvolta lo capivo dalle scritte sui documenti dello Stato civile: provavo dolore, tenerezza, gioia per una nascita, rivedevo con l’immaginazione quei papà, gli sposi raggianti di felicità, oppure le levatrici o ancora i testimoni dei decessi; cercavo di immaginarli e li vedevo quando si recavano negli uffici dello Stato civile per le dichiarazioni di rito. E’ stata una grande lezione di vita per me, ora settantacinquenne.
Francamente qui si è fermata la mia ricerca perché i documenti fotografati si fermano all’anno 1865, e ho scoperto che il mio secondo e terzo avo, Ciro e Giovanni, abitavano a San Giovanni a Teduccio, un quartiere della periferia orientale di Napoli, fino al 1925 Comune autonomo.
Pare che i registri di quel Comune (ora città di Napoli) verranno pubblicati entro il 2019 assieme a quelli di Napoli successivi al 1865.
Lo spero vivamente! Sono qui in attesa di completare questa mia ricerca del ramo paterno della mia famiglia e nel contempo sto lavorando su quello materno ma i registri della Provincia di Novara o quella di Vigevano ante Unità d’Italia non sono stati ancora pubblicati. Ho in programma di andare in visita al Cimitero di Vigevano, dove sono sepolti il mio secondo e terzo avo materno.
Io leggo, e sono appassionato di storia, di personaggi importantissimi del passato, sui quali avevo letto e riletto le gesta eroiche, immaginato cento battaglie, ma mai mi ero avvicinato così alla storia delle persone. La lettura di questi registri mi ha emozionato, fatto rivedere ogni persona che ho trascritto. Sono entrato nella storia: ognuna di quelle persone mi ha trasmesso un poco della sua vita; inoltre, conoscere come era composta la società dell’epoca è stata una scoperta incredibile!
Vi ringrazio per avere creato questo portale Antenati, per averci dato la possibilità di trovare le nostre origini, di avvicinarci così tangibilmente a chi eravamo.
Grazie
Giancarlo Aldieri
NOTA BIBLIOGRAFICA
[1] E. M. Casalini O.S.M.- I. Dina- P. Ircani Menichini, Testi dei Servi della Donna di Cafaggio : ricordanze di S. Maria di Cafaggio, Firenze (1295-1332), ricordanze di S. Maria del Poggio, Pistoia (1296-1353), inventario di ex-voto d’argento all’Annunziata di Firenze (1447-1511), Firenze, Convento della SS. Annunziata, 1995, p. 11 v e 18 r.
[2] Bollettino, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1969, p. 376, https://books.google.it/books?id=g_onAQAAIAAJ (ultimo accesso 09 febbraio 2019).