Luigi Capuana (1839-1915)
Luigi Capuana nasce a Mineo (Catania) il 28 maggio 1839 da Gaetano, agiato possidente terriero, e Dorotea Ragusa. Frequenta a Mineo le scuole comunali e nel 1851 si iscrive al Reale Collegio di Bronte che lascia nel 1855 per ragioni di salute, rientrando a Mineo e proseguendo lì gli studi da autodidatta. Conseguita la licenza, si iscrive, nel 1857, alla facoltà di Giurisprudenza del Siculorum Gymnasium di Catania, che abbandona nel 1860 per prendere parte all’impresa garibaldina in funzione di segretario del comitato clandestino insurrezionale di Mineo e, in seguito, di cancelliere (segretario comunale) nel nascente consiglio civico. Stabilitosi a Firenze nel 1864 prende parte attiva parte alla vita culturale della città, frequentando il caffé Michelangelo (dove conosce i macchiaioli e, fra gli altri, si lega di amicizia con T. Signorini e V. Boldini), i salotti del Dall’Ongaro e dei Pozzolini, dove incontra tra gli altri C. Levi (dal quale sarà spinto alla lettura delle opere di Balzac) e, nel maggio-giugno dell’anno 1865, il conterraneo Giovanni Verga.
Dopo i primi tentativi critici nel 1865 sulla Rivista italica, l’anno successivo diventa critico drammatico del quotidiano La Nazione. Sul quotidiano fiorentino appare nel 1867 la sua prima prova narrativa Il dottor Cymbalus cheinaugura il filone fantastico e fantascientifico di una ricchissima produzione di novelle ispirate anche a motivi e a figure della vita siciliana. Celebri sono in tal senso le raccolte Le appassionate (1893) e Le paesane (1894).
Rientrato in Sicilia nel 1868, diventa ispettore scolastico, poi consigliere comunale, quindi sindaco di Mineo: in questo periodo si accosta alla filosofia idealistica di Hegel ed approfondisce la conoscenza di De Sanctis e di A.C. De Meis. Dopo un breve soggiorno a Roma nel 1875 – durante il quale fissa le linee del romanzo Giacinta – ritorna a Mineo e pubblica il suo primo volume di novelle: Profili di donne (1877). Nel 1877, in seguito anche alle sollecitazioni del Verga, si reca a Milano, dove ottiene l’incarico di critico letterario e drammatico del Corriere della Sera e, sulla scorta di una personale rielaborazione delle teorie naturalistiche, inizia la stesura di Giacinta, destinato ad assumere il valore programmatico di manifesto del verismo italiano (1879).
Nel 1880 raccoglie i suoi articoli su Zola, Goncourt, Verga e altri scrittori dell’epoca in due volumi di Studi sulla letteratura contemporanea (1880-1882). Data a questo lasso di tempo il breve soggiorno a Ispica e l’inizio della scrittura del romanzo che lo avrebbe reso celebre vent’anni dopo, Il marchese di Roccaverdina (originariamente Il marchese di Santaverdina) del 1902, ambientato nella cittadina ragusana. Dal 1882 al 1883 risiede a Roma e dirige il Fanfulla della domenica. Gli anni fino al 1888 li trascorre a Catania e a Mineo, per tornare infine a Roma, dove rimane fino al 1901. Ricchissima in questi anni la sua produzione letteraria: favole e racconti per ragazzi (C’era una volta, 1882; Scurpiddu, 1898; etc.) novelle (Nuove paesane, 1898; etc.) romanzi (Profumo, 1890; etc.). Del 1898 è Gli “ismi” contemporanei. Professore di letteratura italiana nell’Istituto superiore di magistero in Roma, approfondisce la sua amicizia con D’Annunzio e conosce Pirandello, che è suo collega.
Nel 1902 fa ritorno a Catania, per insegnare lessicografia e stilistica alla locale università. In questi anni si dedica alla stesura del romanzo Rassegnazione (1907). Tra le sue ultime opere: Coscienze (1905), Nel paese di Zagara (1910), Gli Americani di Rabbato (1912) ma anche i racconti fantastici, Nell’isola degli automi (1906), Nel regno delle scimmie, Volando e La città sotterranea (1908), L’acciaio vivente (1913).
Muore il 29 novembre 1915 a Catania.
Puoi consultare l’atto di nascita sul Portale Antenati: Archivio di Stato di Catania > Stato civile della restaurazione > Mineo > 1839
L’originale è conservato presso l’ Archivio di Stato di Catania
Per approfondimenti sulla figura di Luigi Capuana, vedi la voce del Dizionario Biografico degli Italiani a cura di Enrico Ghidetti.
