Gli Scaroni e l’Italia degli anni Trenta
Il fondo filmico ripercorre alcuni momenti della vita della famiglia Scaroni tra il 1934 e il 1947 in alcune località italiane e della Tripolitania. In particolare, in Italia, i luoghi frequentati e documentati dai film sono quelli delle loro residenze e delle loro vacanze, quali Breganze (Vi), Cesenatico, il Lido di Venezia, Venezia, Genova, Ortisei di Val Gardena e Desenzano del Garda, mentre in Tripolitania, la città di Tripoli e dintorni. Gli Scaroni trascorrevano alcuni periodi dell’anno a Tripoli in quanto l’Avv. Giovanni Battista Scaroni aveva acquistato, nei primi anni Trenta, alcune concessioni agricole in varie località libiche della Tripolitania.
Giovanni Battista Scaroni (Thiene, 1890 – Desenzano del Garda 1965) ha girato tutti i suoi film in formato 9,5mm Pathé Baby.
Il lavoro di ricerca e approfondimento è stato possibile grazie alle interviste rilasciate tra il 2017 e il 2019 da una nipote del cineamatore, Luisa Scaroni, e grazie alla cospicua documentazione relativa alla vita e all’attività professionale del nonno Giovanni Battista Scaroni, messa a disposizione dalla stessa Scaroni per la consultazione.
È possibile ripercorrere la storia della famiglia Scaroni attraverso l’edizione video del fondo filmico Giovanni Battista Scaroni realizzata con il software Klynt.
(testi a cura di Karianne Fiorini)
Gli Scaroni e l'Italia degli anni Trenta
I protagonisti
Giovanni Battista Scaroni nasce il 9 ottobre 1890 a Thiene (Vi) da una famiglia benestante di proprietari terrieri vicentini, Ferdinando (Sandrigo, 1853 – Vicenza, 1930) e Maria Brolis (Thiene, 1856 – Vicenza, 1923). Si laurea in Legge a Padova nel 1913, e l’anno successivo ottiene il titolo di Procuratore. Fin dal 1910 è volontario universitario in forza al 20° Regg.to Artiglieria da Campagna e partecipa alla conquista della Libia negli anni 1911-1912. Richiamato alle armi con il grado di Sergente nel 1914 e assegnato alla 6° Compagnia Automobilisti, pochi mesi dopo diventa Sottotenente di complemento per il servizio di prima nomina alla 3° Compagnia Automobilisti del 3 Regg.to Artiglieria da Campagna di Bologna e, inquadrato nella III Armata partecipa a tutte le campagne della Grande Guerra, finché nel 1919, dopo nove anni di servizio militare, è congedato con il grado di Tenente.
Il 5 maggio 1920, a Breganze (Vi), si unisce in matrimonio con Luigia Bassani (Sarcedo 1896 – Ponteranica 1989) proveniente da una famiglia di proprietari terrieri vicentini. Dalla loro unione nascono due figli, Maria (1922 – 1987) e Umberto (1926 – 2008).
Nel 1921 Scaroni si iscrive al Partito nazionale fascista e nel corso degli anni successivi è chiamato a ricoprire vari incarichi onorifici nelle amministrazioni cittadine, in particolare a Vicenza, sua città di residenza. Nel 1927 è designato titolare dell’Ufficio del Pubblico Registro Automobilistico della Provincia di Vicenza e negli anni Trenta è Vice Podestà della stessa città. Negli anni Trenta ottiene un ruolo direttivo nella GIL – Gioventù Italiana del Littorio – Comando Federale di Vicenza. Successivamente, nel biennio 1936-1937, e poi ancora nel 1944, è Presidente dell’Ente Comunale di Assistenza di Vicenza.
La sua principale attività è consistita nell’amministrazione dei beni di famiglia nel vicentino, e dal 1931-1932, con l’acquisto di concessioni demaniali in Tripolitania, attuale Libia, si occupa, a distanza, anche della gestione di un’azienda agricola a Tripoli, con piantagioni di olivi, mandorli, tabacco, arachidi, gelsi, pioppi, viti, pistacchi, e aranci. La titolarità dell’azienda agricola era condivisa con l’avvocato e possidente terriero vicentino Marco Girardi, e avviata su concessione demaniale (Lotto n. 228 di ettari 557) come testimoniato da documenti originali conservati dalla famiglia.
Attivo sostenitore del PNF, aderisce alla Repubblica di Salò, e nel Dopoguerra da Vicenza si trasferisce con la famiglia a Desenzano del Garda (Bs), continuando ad occuparsi della gestione di beni di famiglia e dell’azienda agricola a Tripoli fino ai primi anni Sessanta.
Appassionato di fotografia fin dall’adolescenza – la famiglia custodisce un archivio costituito da numerose fotografie da lui scattate durante la Prima Guerra Mondiale – nei primi anni Trenta acquista una cinepresa 9,5mm Pathé Baby, affascinato dalle nuove tecnologie per il cinema amatoriale, e comincia a realizzare film per documentare alcuni momenti legati alla sua vita familiare e alle sue attività professionali e politiche. Muore a Desenzano del Garda il 22 novembre 1965.
Il fondo
Il fondo filmico è stato donato all’associazione Laboratorio 80 il 3 febbraio 2017 per volontà di Luisa Scaroni, nipote del cineamatore, nell’ambito delle attività del progetto Cinescatti. Le pellicole, in formato 9,5mm Pathé Baby, conservate fino a quella data nelle diverse abitazioni della famiglia a Vicenza, a Desenzano del Garda (Bs) e poi a Bergamo, sono il risultato di un lavoro di montaggio, compiuto dall’autore con una moviola e una giuntatrice 9,5mm Pathé Baby. Dopo l’acquisizione il materiale è stato sottoposto a un accurato intervento di restauro conservativo e trasferito su supporto digitale. Il riordino è stato effettuato in collaborazione con Luisa Scaroni, avvalendosi della sua testimonianza orale durante la visione dei film, attraverso alcune interviste realizzate nel mese di settembre 2017 e gennaio 2018, grazie alle quali si sono potute ricostruire le circostanze che hanno portato alla realizzazione dei film, e attraverso la consultazione di documentazione storica messa a disposizione dalla famiglia.
Il fondo filmico è costituito da 30 bobine in formato 9,5mm Pathé Baby in bianco e nero di diversa lunghezza, per una durata complessiva di circa 2 ore, girate tra il 1934 e il 1947. La maggior parte dei filmati è corredata da cartelli con didascalie esplicative, realizzati dallo stesso cineamatore, in cui sono indicati i luoghi, gli anni e le situazioni riprese. I filmati sono muti. Il contenuto delle pellicole si riferisce principalmente alla vita familiare durante i frequenti soggiorni a Tripoli (Libia), dove Giovanni Battista Scaroni era proprietario di un’azienda agricola. Oltre ai filmati che ritraggono la famiglia e l’attività dell’azienda, se ne evidenziano alcuni girati a Tripoli e dintorni, tra il 1936 e il 1938, in occasione di avvenimenti politici e militari del Partito nazionale fascista. In particolare il ritorno degli Spahis Libici (truppe coloniali libiche del Regno d’Italia) dall’Africa Orientale il 22 agosto 1936, le esercitazioni di una batteria indigena someggiata, la visita del Duce a Tripoli nel 1937 per l’inaugurazione della XI Fiera di Tripoli, il 17 marzo, con il discorso del Duce agli Italiani rivolto alla piazza affollata di coloni e indigeni, una manifestazione militare ad Ain-Zara il 18 marzo 1937, e una sflilata di Meharisti (corpi militari costituiti da soldati indigeni appartenenti alle truppe coloniali montate su dromedari), il 21 marzo 1937. I filmati a carattere familiare realizzati a Tripoli sono stati girati negli anni 1935-1937 e documentano passeggiate degli Scaroni nella città. Uno di questi, introdotto dal cartello con didascalia “Visioni e costumi della Tripolitania – Primavera 1935” è costituito da riprese girate ai giardini pensili del Castello di Tripoli e in varie strade della città mostrandone la vita quotidiana, con l’attività dei lustrascarpe in strada e quella dell’affollato mercato del pesce, il corteo del Governatore Italo Balbo per la messa domenicale, con la fontana di Piazza Italia e il lungomare Conte Volpi, oltre ai funerali del Vescovo Giacinto Tonizza con al seguito Balbo, il 18 aprile 1935. In altri filmati del biennio 1936-1937 Scaroni documenta l’attività del Suk el Giuma (Mercato del venerdì), a pochi kilometri da Tripoli, la visita a una comunità berbera nella regione del Garian, alcuni momenti di gioco della famiglia sulla spiaggia tripolina Riviera Cagni, e l’inaugurazione del teatro romano di Sabratha, avvenuta nel marzo 1937, verso il quale si dirigono una moltitudine di persone.
Il cineamatore documenta inoltre l’attività della sua azienda agricola: la raccolta dell’uva, l’aratura del terreno con i dromedari, le fiorenti piantagioni di tabacco e la raccolta delle foglie da parte dei contadini indigeni guidati dai coloni veneti, le rigogliose piantagioni di olivi.
Tutti i filmati girati a Tripoli e nelle piantagioni ad Azizia, Suani Ben Aden, Fonduk Ben Gascir vedono protagonisti non solo la moglie, Luigia Bassani, e i loro due figli, Maria e Umberto, ma anche il socio di Scaroni, Marco Girardi, con la sua famiglia, e l’amministratore della loro azienda agricola, il ragioniere Fredino Tinti, originario di Pordenone. Tra le pellicole è presente anche un filmato che documenta le attività educative di alcune colonie estive gestite dal Comando Federale di Vicenza della GIL – Gioventù Italiana Littorio, la Colonia marina di Cesenatico (Fc), la Colonia alpina di Cesuna (Vi), la Colonia alpina di Asiago (Vi), e alcune riprese del campeggio per Avanguardisti e moschettieri di Lavarone (Tn).
Scaroni documenta inoltre alcuni momenti trascorsi con la famiglia in alcune delle residenze italiane e in villeggiatura al mare. A Villa Mirabella a Breganze (Vi) negli anni Trenta, nella casa della famiglia di sua moglie, a Sarcedo (Vi), nella casa di alcuni parenti, sempre negli anni Trenta, al mare a Cesenatico nel 1934. Gli ultimi due film sono stati girati a Desenzano del Garda nel Dopoguerra, nel 1947, città nella quale la famiglia Scaroni si trasferisce in quegli anni.