CSC – Archivio Nazionale Cinema Impresa

La famiglia Di Segni (1928-1936)

La famiglia Di Segni (1928-1936)

Biografia di Giorgio Ascarelli

Biografia di Giorgio Ascarelli

Ciò per amor – La Milano di Piero Portaluppi

Ciò per amor – La Milano di Piero Portaluppi

Eruzione straordinaria dell’Etna

Eruzione straordinaria dell’Etna

Introduzione

Il patrimonio audiovisivo conservato dal CSC – ARCHIVIO NAZIONALE CINEMA IMPRESA è stato anche oggetto di una convenzione con la Direzione generale Archivi per la realizzazione un canale Youtube sul cinema d’impresa, CinemaimpresaTV. Obiettivo principale dell’iniziativa è quello di far conoscere sul web il grande patrimonio degli archivi d’impresa realizzati tra il 1911 e il 2011, rendendo possibile a ricercatori, studenti o semplici curiosi la consultazione in rete di documenti audiovisivi di fondamentale importanza per ricostruire la storia economica e sociale del secolo scorso.

CinemaimpresaTV viene costantemente aggiornato, al momento sono disponibili migliaia film, anche di archivi aziendali non conservati a Ivrea come Ansaldo, Poltrone Frau, Eni, Barilla e Piaggio.

CSC – Archivio Nazionale Cinema Impresa

Nel 2006 viene inaugurato a Ivrea l’Archivio Nazionale Cinema Impresa, in convenzione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Regione Piemonte e il Comune di Ivrea e Telecom Italia Spa, per la conservazione e la diffusione dei documenti visivi realizzati in ambito d’impresa.

L’Archivio, che ha sede nell’ex asilo Olivetti progettato dall’Arch. Mario Ridolfi, conserva circa 82.000 rulli di film realizzati a partire dai primi anni del secolo scorso da imprese come Aem Milano, Aurora Penne, Birra Peroni, Borsalino, Bosca, Breda, Edison, Fiat, Ferrovie dello Stato, Frama Film International, GFT, GTT, Innocenti, IREN, Istituto per il Commercio Estero, Italgas, Metropolitana Milanese, Montecatini, Montedison, Necchi, Nino Cerruti, Olivetti, Rancilio, Recchi, Menabrea, Venchi Unica, Veneranda Fabbrica del Duomo, enti di ricerca come l’Enea e l’Enea Antartide; case di produzione come Frama Film International-Victor J Tognola, Fargo Film, Documento Film, RPR, Buttafarro, Showbiz-Ranuccio Sodi, Film Master e Rectafilm, associazioni culturali Art Doc Festival, FEDIC e privati come Edoardo Fadini, Filippo Paolone, Agata Guttadauro, Arcangelo Mazzoleni, Andrea Bernacchi, Ranuccio Sodi, Antonio Canevarolo e Corrado Farina.

Negli ultimi anni l’Archivio si è aperto a generi cinematografici come il cinema a tematica religiosa, con i film dell’Istituto Missionario della Consolata, Congregazione Salesiana, Veneranda Fabbrica del Duomo, Centro di Documentazione Ebraica di Milano, Archivio Tavola Valdese e della Mediacor; il cinema sperimentale e militante e il cinema di famiglia di cui conserva una delle più grandi collezioni nazionali: oltre 10.000 film che testimoniano l’evoluzione della società italiana da un punto di vista dei cittadini.

I film di famiglia

C’è stato un tempo in cui per conservare la memoria delle nostre cerimonie quotidiane – i matrimoni, i battesimi, l’auto nuova, le vacanze, le immagini della nuova città dove ci si trasferiva in cerca di lavoro – ci voleva perizia tecnica e sacrificio economico, ma il risultato valeva la pena. 

Le tracce di memoria quotidiana erano infatti costruite per durare, per essere viste nelle riunioni familiari, per essere commentate tra amici. Insomma, contribuivano a creare occasioni sociali.

A distanza di anni questi documenti della nostra storia quotidiana recente sono spesso difficili da conservare. Le fotografie si dimenticano in fondo ai cassetti, i film non si proiettano più perché nel frattempo le tecnologie sono evolute. Si tratta di cronache quotidiane che meritano di essere conservate perché, con il trascorrere dei decenni, le immagini dei luoghi di lavoro, dei riti familiari e di gruppo diventano testimonianza dell’evoluzione di un’intera comunità, cioè diventano “storia”. Il progetto Mi Ricordo ha ritrovato echi della storia collettiva nelle memorie individuali e familiari, per ricostruire le trasformazioni sociali.

In questa prospettiva, l’Archivio Nazionale Cinema Impresa ha lanciato il progetto “Mi ricordo – L’archivio di tutti”, per ritrovare le testimonianze visive del nostro recente passato, conservarle e riproporle, per ricostruire e ripensare a “come eravamo”. Per rivivere tappa dopo tappa, il cammino percorso dalla nostra comunità e ritrovare le radici di quel che siamo oggi, con lucidità e distacco, ma anche con orgoglio.

I film di famiglia conservati a Ivrea sono stati raccolti tra il 2015 e il 2022, sul territorio nazionale con particolare capillarità in Piemonte. Le raccolte fatte sono state realizzate in aree caratterizzate da particolari tessuti industriali come: Ivrea, Biella, Torino e Cuneo, e all’interno della comunità valdese e di quelle ebraiche italiane.

Il 90 % delle pellicole recuperate è stato digitalizzato ed è in corso l’indicizzazione sistematica dei materiali. Una piccola parte dei titoli è già disponibile sul canale MI RICORDO-L’ARCHIVIO DI TUTTI. I film sono stati girati tra il 1927 e il 1992 e sono in formato 9.5mm, 8mm, Super8 e 16mm.

La Cineteca Nazionale – Archivio Nazionale Cinema Impresa conserva le sue collezioni contando anche sui depositi per la pellicola realizzati secondo le norme della Fédération Internationale des Archives du Film (FIAF), e su un laboratorio interno che digitalizza tutti i principali formati di pellicole cinematografiche sino a una risoluzione 5K e digitalizza i più diffusi nastri magnetici su cassetta e a bobina aperta. Il laboratorio è inoltre fornito di software professionali per il restauro digitale dell’immagine e dell’audio.

I video

Questi i video consultabili di alcuni dei fondi conservati presso CSC – ARCHIVIO NAZIONALE CINEMA IMPRESA: https://www.youtube.com/channel/UCSoV9O5mpHiO9xy8DxkaUow 

I film delle famiglie ebree italiane

CSC-Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea e la Fondazione CDEC di Milano, in collaborazione con il Memoriale della Shoah di Milano, la Comunità ebraica di Torino, la Fondazione Museo della Shoah di Roma e il MEIS di Ferrara, hanno iniziato una campagna nazionale di raccolta, digitalizzazione e catalogazione dei filmati conservati dalle famiglie ebraiche in Italia.

Ad oggi sono stati raccolti circa 1000 film per oltre 170 ore di materiale girato tra il 1928 e il 1984.

L’idea nasce da una prima ricerca svolta dal giornalista Claudio della Seta che aveva portato alla luce un nucleo importante di questi materiali disseminati tra l’Italia e l’Argentina.

Vecchie pellicole familiari e filmati amatoriali sono un patrimonio sommerso che se recuperato e archiviato nel modo corretto diventano testimonianze visive in cui la Storia ha lasciato tracce di sé. Il progetto era rivolto a tutte le famiglie ebraiche, o che hanno in parte legami con il mondo ebraico, di mettere a disposizione il materiale filmato che conservano. 

Si tratta di una fonte importante, la cui consultazione può aiutare gli studiosi dell’età contemporanea a ricostruire ambienti, a dare volti e voce al Novecento delle famiglie e delle comunità ebraiche.

I filmati sono stati raccolti a Ivrea, Milano, Roma, Torino e Ferrara e digitalizzati a Ivrea dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa che ha poi conservato gli originali. Si è poi proceduto all’archiviazione e all’indicizzazione con l’obiettivo finale di rendere consultabile la memoria visiva del Novecento italiano.

Fondo filmico di Segni

(1928/1936)

Il fondo della famiglia Di Segni è costituito da 36 film in 16mm girati tra il 1928 e il 1936 da Salvatore Di Segni (Roma, 1879-Lugano, 1945). Ritrovare questi film è stata un’opera di ricerca che ha quasi dell’incredibile, condotta tra l’Italia e l’Argentina dal giornalista Claudio Della Seta. Il recupero è partito proprio da alcuni girati del 1923 rinvenuti nella sua casa di Roma e che, digitalizzati nel 2014 svelando fra l’altro le sole immagini cinematografiche di ebrei italiani successivamente assassinati nella Shoah, hanno dato vita ad un filone di ricerca ormai vasto. Seguendo le orme dei discendenti di Salvatore Di Segni, lo zio dei suoi nonni e proprietario della cinepresa, Della Seta è riuscito a rintracciare le numerose bobine girate negli anni successivi in un’abitazione di campagna vicino a Buenos Aires dove erano state portate dal figlio di Salvatore, Franco Di Segni, e conservate dalla nipote Daniela Di Segni e dal pronipote Gabriel Sagel.