I miei discendenti: anello di congiunzione tra passato, presente e futuro
Mi chiamo Lucia, sono nata il 13 febbraio 1965 a Kaiserslautern in Germania e lavoro all’interno dell’Università in qualità di tutor degli studenti. Mio padre, Angelo Cupo, è nato nel 1936 a Palomonte in provincia di Salerno ed è arrivato in Germania nel 1960. Figlio di Carmine Cupo e Carmela Antico. Mio padre è morto il 26 dicembre 2021. La famiglia di mio padre viveva di agricoltura. Nel 1957, mio padre partì per la prima volta per il nord Italia, vicino a Bologna, a Forlì, dove continuò a dedicarsi all’agricoltura per un po’ di tempo. Spinto dal desiderio di cambiare vita e tipo di lavoro, nel 1959 si spostò in Francia, vicino a Strasburgo, dove trovò un lavoro come operaio.
Poco tempo dopo é tornato in Italia. Ma la vita in Italia era molto dura. Lui è partito di nuovo, ma questa volta accompagnato da due parenti verso la Germania. Una azienda aveva bisogno di lavoratori richiesti in una fabbrica. La ditta chiamata „Heger-Guss“ di Enkenbach (una piccola città vicino a Kaiserslautern) era alla ricerca di manodopera a basso costo dall’estero. Quindi per questo motivo mio padre andò in Germania con i parenti. Hanno viaggiato due giorni: A causa del ritardo di un treno precedente hanno perso la coincidenza e l’ultimo treno che li doveva portare a Enkenbach.
A causa di ritardi dei treni, non ha potuto incontrare il caposquadra. Di conseguenza, trovandosi con pochi soldi in tasca, trascorsero la notte nella stazione ferroviaria. Dopo non aveva i soldi per continuare a viaggiare verso la azienda. Con poca conoscenza della lingua tedesca hanno provato a parlare con l’uomo della biglietteria. Gli chiesero di chiamare il caposquadra in Enkenbach, per dire, che erano ancora a Mannheim. Fortunatamente, li ha aiutati a continuare il loro viaggio verso Enkenbach.
Ci fu un’ispezione sanitaria da parte della impresa. Volevano assicurarsi che non avessero portato malattie dall’Italia. Alloggiavano in una caserma vicino alla fonderia. Due anni dopo, Angelo cercò ‘lavoro in una cava. Ma pure questo non gli piaceva. In cava il lavoro era ancora più duro che in fabbrica. Nel 1963 passò a lavorare come operaio in un’impresa si chiamava „Papierschmidt“ a Kaiserslautern e poi in un’altra azienda “Guswerk” a Kaiserslautern. Ma, tutti questi lavori non erano divertenti per lui. Probabilmente il lavoro al chiuso non faceva per lui. Successivamente trovò il lavoro che gli piaceva veramente: fare l’operaio per l’azienda produttrice di bevande „Koch“. Rimase lì per 13 anni, giorno dopo giorno, riforniva i clienti di bevande. E poi ha ottenuto la patente di guida dell’autobus e finalmente ha trovato il lavoro che gli piaceva ancora di più. Finché non ha ottenuto un posto di autista di autobus con gli americani: lo divertiva, portava i bambini a scuola e li riportava a casa. Cosi ha trovato il post che faceva per lui – ha accompagnato gli scolari a scuola fino al suo pensionamento.
Negli anni Sessanta ha incontrato Ruth, la mia cara mamma. Si sono incontrati mentre ballavano. C’era un posto chiamato “Olympia” a Kaiserslautern in Germania. Le serate danzanti erano sempre organizzate lì. Tutti gli italiani di Kaiserslautern erano lì. Si sposò con la mia mamma l’11 luglio 1963. Ricordo che ci andavamo sempre da bambini. Nelle vicinanze c’era anche un parco con autoscontro e struttura per arrampicata; quindi, noi giocavamo sempre li, dopo una passeggiata. Per la prima volta mio padre per raggiungere l’Italia andò al Passo del San Gottardo in Svizzera. Hanno impiegato 3 giorni per il viaggio. Durate la stagione estiva accadeva il classico esodo degli italiani emigranti in Germania per far visita alle famiglie lasciate in Italia. Questo accadeva specialmente nel mese di agosto. Le famiglie ospitanti erano quasi sempre i loro stessi parenti finché erano in vita. Come la nostra famiglia. La casa dei miei nonni era in Campania. Per arrivare a casa, mio nonno era venuto a prendere noi e le nostre valige con il suo asino. La strada per la sua casa non era asfaltata, quindi abbiamo parcheggiato l’auto dal fratello di mia nonna e ci sono venuti a prendere li.
Io mi ricordo bene di Palomonte provincia di Salerno. Ogni anno io e la mia famiglia siamo venuti per quattro settimane in Italia. Mi dispiace non parlare bene l’italiano. Con me mio padre ha sempre parlato in tedesco. È veramente un peccato, anche perché quando ero piccola non ero capace di capire cosa dicessero i miei nonni in Italia. Ho iniziato solo da qualche anno con lo studio dell’italiano.
Mi ricordo, anche i miei nonni e anche i miei zii hanno lasciato sempre il letto matrimoniale ai miei genitori. Per noi figli ogni anno era un viaggio nel passato. Da quando sono venuta a Palomonte, fino dal 1980, mi è sempre sembrato strano che in casa di mio nonno non ci fosse un bagno. Per me era molto curioso, così come era strano non avere acqua o farsi il bagno senza acqua calda!
Anche io mi sento una palomontese, nonostante non sia nata lì. Ammetto di tornare a Palomonte per riscoprirlo, ma anche per conoscere meglio come vive oggi la gente rispetto al passato. Un giorno, chi lo sa, forse verrò vivere a Palomonte, se ne avrò la possibilità. Senza bagno, senza il comfort della Germania. A quel tempo lo odiavo, ma oggi, se ci ripenso, è stato un periodo molto bello. Allora non sapevo parlare la lingua italiana ma ero sempre interessata a imparare ogni anno nuove parole. I primi giorni in Italia erano sempre un po’ strani, io mi sentivo straniera. Ma poi io mi sentivo a casa. Mia zia mi chiamava sempre per aiutare a fare qualcosa. Lei sapeva che mi piaceva tutto e provava ad insegnarmi. Noi bambini dormivamo insieme in una camera. Dopo 2 notti stavamo sempre scherzando al buio con i nostri cugini e nostra zia ci ha sempre avvertito di dormire. Mi ricordo che mia cugina mi ha insegnato il nome “tartaruga”. Il giorno prima era venuto un altro parente – il figlio del mio padrino di battesimo – a casa nostra con una macchina. Poi mi hanno detto che questa era una tartaruga. Ho trovato questa parola nel mio dizionario italiano – tedesco che avevo sempre con me.
Da quando ho memoria sono sempre stata interessata alla ricerca familiare, ero affascinata nell’apprendere che mia nonna aveva così tanti fratelli.
Qualche anno fa ho trovato un documento in quelli è scritto tutti i nomi e le date di nascita di molti parenti. Con questo documento ho iniziato a cercare altra informazione. Ma è stato molto difficile. Mia zia mi ha dato i nomi non corretti, ogni persona aveva un soprannome che mi ha reso tutto più difficile.
Il 23 novembre 1980 – il terremoto in Campania – fu un momento terribile anche per noi in Germania. Dal momento che la rete telefonica e Internet non erano così avanzate come lo sono oggi, abbiamo dovuto aspettare qualche giorno per avere notizie da mio zio che erano tutti vivi.
Dopo la morte della mia cara mamma ho iniziato a scrivere un libro della famiglia e fra poco faccio inizierò a scriverlo in italiano e inglese.