Carlo Rosselli (1899-1937)
Carlo Rosselli nacque a Roma il 16 novembre 1899, da Giuseppe Emanuele “Joe”, musicista, e Amelia Pincherle, scrittrice teatrale e attivista antifascista, nonché zia paterna del noto scrittore Alberto Moravia.
Appartenente a una delle più abbienti famiglie ebree di Roma, ancora bambino si trasferì a Firenze assieme alla madre, a seguito del divorzio dei genitori.
Nonostante l’iniziale ritrosia nei confronti della scuola, durante la Prima guerra mondiale diede avvio, assieme al fratello Nello, alla rivista Noi giovani, ispirata alle idee liberali e mazziniane.
Questa prima esperienza giornalistica fu l’occasione per lasciar emergere le sue principali inclinazioni: da un lato, lo spiccato interesse verso le questioni internazionali e, dall’altro, la sua solidarietà verso i ceti più popolari, così lontani dal suo status di nascita, verso cui per lungo tempo provò un senso di disagio. Non è un caso che anche la sua tesi di laurea – elaborata sotto la supervisione di Gaetano Salvemini – avesse come oggetto il sindacalismo, tra impegno attivo e coscienza civica.
Alla momento della salita al potere di Mussolini, Rosselli si trasferì a Torino, dove si avvicinò agli ambienti del socialismo liberale, conoscendo personalità del calibro di Giacomo Matteotti, Piero Gobetti, Ernesto Rossi e Piero Calamandrei, assieme ai quali partecipò attivamente al dibattito politico, approfondendo e scrivendo ampiamente attorno ai temi del liberalismo e dell’importanza dell’azione politica.
A seguito dell’omicidio Matteotti (1924), che segnò profondamente la sua vita, divenne membro del gruppo dirigente del Partito socialista dei lavoratori italiani (PSLI) e, assieme ad altri, si occupò dell’espatrio di alcuni leader socialisti: nel dicembre 1926, infatti, mise in salvo Filippo Turati; gesto che gli costò l’arrestato e cinque anni di confino a Lipari.
Riuscì, tuttavia, a fuggire e raggiungere la Francia, dove, assieme a un gruppo di altri italiani espatriati costituì, nel 1929, il movimento Giustizia e libertà (GL), che raccoglieva socialisti, repubblicani ed esponenti sindacali.
Da lì, si trasferì in Spagna, sposando la causa repubblicana e partecipando attivamente alla guerra civile (1936-1939), a capo di un commilitone che prese il nome di Colonna Italiana. Rimasto ferito durante uno scontro con gli anarchici, Rosselli lasciò il comando della Colonna, decidendo di fare ritornò a Parigi all’inizio del 1937.
Morì assassinato, assieme al fratello Nello, il 9 giugno 1937 a Bagnoles-de-l’Orne, in bassa Normandia, in un agguato organizzato dai servizi italiani.
I funerali dei fratelli Rosselli, si svolsero a Parigi il 19 giugno di quello stesso anno, dando luogo a una grande manifestazione antifascista senza distinzione di classe.
Puoi consultare l’atto di nascita sul Portale Antenati: Archivio di Stato di Roma > Stato civile italiano > Roma > 1899
L’originale è conservato presso l’Archivio di Stato di Roma.
Per approfondimenti sulla figura di Carlo Rosselli, vedi la voce del Dizionario Biografico degli Italiani a cura di Mauro Moretti.