Tutela dei dati personali
Tutti i documenti pubblicati nel Portale Antenati sono liberamente consultabili. La legge italiana regola in modo distinto la consultazione dei documenti contenenti dati personali da un lato, e la loro diffusione dall’altro e proibisce la pubblicazione di dati personali trovati nei documenti d’archivio, in modalità lesive della dignità degli interessati.
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio (d. lgs. 42/2004, art. 122) regola la consultabilità dei documenti d’archivio e detta l’esclusione dalla libera consultazione per 40 o 70 anni dei documenti contenenti determinate categorie di dati personali (i dati protetti più a lungo sono quelli idonei a rivelare lo stato di salute, la vita sessuale o i rapporti riservati di tipo familiare). Inoltre, il Codice in materia di protezione dei dati personali (d.lgs. 196/2003, art. 93) permette solo dopo 100 anni la divulgazione dei documenti “che rendono identificabile la madre che abbia dichiarato di non voler essere nominata”.
Invece le Regole deontologiche per il trattamento a fini di archiviazione nel pubblico interesse o per scopi di ricerca storica (all. A.2 al d. lgs. 196/2003) dettano norme sulla diffusione dei dati personali contenuti nei documenti d’archivio (si veda in particolare l’art. 11). Tali Regole debbono essere messe in pratica non solo quando si trattano documenti recenti, ma anche nel caso si utilizzino, ad esempio, i documenti del Portale Antenati. Fra le altre cose, le Regole deontologiche affermano che, l’utente può diffondere i dati personali se pertinenti e indispensabili alla ricerca e se gli stessi non ledono la dignità e la riservatezza delle persone. (art. 11, c. 4).