L’uomo dai baffi neri
Fin da piccolo tutti i fine settimana, si scendeva a Napoli a trovare i nostri parenti. Erano giornate intense in case molto piccole ove nel caos e nella semplicità trascorrevano del meraviglioso tempo insieme. Quando si andava a casa di Nonna Elena, la mamma di papà, c’era la solita visione di una cornice, con una foto in bianco e nero di un “uomo misterioso dai baffi neri”.
Quell’uomo era mio nonno Pasquale deceduto prematuramente di cui sapevo poco. Grazie al foglio matricolare inviatomi dall’ex archivio militare di Napoli, posso leggere i fatti realmente accaduti sulla sua vita militare. Nonno Pasquale, classe 1917, nasce a Soccavo, cresce con i suoi genitori, papà Giovanni, mamma Enrichetta, e le due sorelle Francesca e Rachele. Il 09 Giugno del 1938 viene chiamato alle armi per la ferma annuale presso il corpo della Regia Aereonautica Italiana e il 12/10/1938 viene inserito nel 7° Stormo presso l’aeroporto di Campo della Promessa ove svolgerà mansioni del suo grado di aviere. Il 30/05/1942 parte per la Grecia via terra da Imperia ed arriva sino ad Atene ed il 28 Luglio si imbarca per l’isola di Creta, ove sbarcherà a Candia. Nonno rimarrà lì per più di un anno, svolgendo compiti di presidio e controllo sino al famoso 8/09/1943 giorno dell’Armistizio. Anche a Creta i soldati italiani, da essere alleati, diventarono nemici dei Nazisti. Nonno e i suoi compagni furono ammassati in capannoni per lunghi periodi e trattati con disprezzo. Rimase prigioniero in Grecia sino all’7/12/1944. La sfortuna è solo all’inizio, di fatti viene liberato dalle truppe Inglesi ed internato in Egitto al Campo 305 P.O.W. (prisoner of war 305). Il campo era sotto la giurisdizione degli inglesi, erano stati internati prigionieri italiani provenienti nella quasi totalità dal fronte dell’Africa Settentrionale. Chiamato anche “Fascist Criminal Camp”, si trovava in pieno deserto egiziano, tra il Cairo ed Alessandria, ed era diviso in 38 “recinti”. Ogni recinto era costituito da un gruppo di 50 tende. Un “quadrato infernale” di sabbia rovente dove erano accatastati migliaia di uomini, tormentati dal caldo, dalla sete, dalla fame, dai pidocchi e, non ultime, dall’inerzia e dalla disperazione. Il campo allestito presso la città di Ismailia considerato “criminal camp” era destinato ai prigionieri di guerra “non collaboratori”, quindi si presume che nonno come tanti altri prigionieri italiani per la sua dignità di combattente fedele ai propri ideali rifiutò la collaborazione col nemico. Trascorsero anni difficili superati con dignità e orgogliosa dedizione ai propri ideali e alla nostra Bandiera. A Maggio 1945 si concluse il conflitto ma i “non collaboratori” furono gli ultimi ad essere rimpatriati: ciò avvenne a Luglio del 1946 un anno e un mese dopo la fine delle ostilità. Arrivato a Napoli il 22 Luglio 1946, nonno viene inviato in congedo illimitato, è il 27/09/1946.
UNA STORIA BELLISSIMA
Nonno come accadeva all’ora, prima ancora di partire per la guerra, si sposò molto giovane con una ragazza, purtroppo, o per fortuna al rientro dalla guerra, dopo tutti quegli anni fuori, scoprì che la moglie non era rimasta ad aspettarlo a casa ma anzi, si era addirittura rifatta una vita. Oggi si parlerebbe di tradimento, all’epoca fu uno choc, nonno Pasquale abbandonò quella donna e, si innamorò di una bella ragazza molto più giovane di lui che si chiamava Elena, mia nonna!
Tra i due scoppiò l’amore e subito andarono a vivere insieme, in via Risorgimento, da questo amore nacquero 7 figli: Giovanni, Vincenzo, Enrichetta, mio padre Antonio, Annamaria, Patrizia ed infine Rosaria. Tutto procede per il meglio ma c’è un cruccio che tormenta nonno. Essendo stato sposato e non esistendo il divorzio, non si vedeva riconosciuto l’unione con la sua Elena, non erano una coppia e cosa ben peggiore i loro figli risultavano “illegittimi”. Succede però che Il 1/12/1970 i Radicali, il Partito socialista, il PCI e il Partito Liberale approvarono la legge sul divorzio. Appena saputo che il divorzio era legge, nonno fu tra i primi in Italia, ad ottenere davanti al giudice lo scioglimento e la cessazione degli effetti civili del precedente matrimonio. Finalmente a Marzo del 1972 potette sposare in Comune la sua Elena e diventarono ufficialmente “Marito e Moglie”. Da questa unione civile mutò anche lo status dei loro figli che finalmente e formalmente, presero immediatamente il cognome del padre, Bruno e videro riconosciuti i loro diritti. Il destino è beffardo, appena raggiunto il suo grande sogno, ottenuta la condizione che tanto auspicava, l’11 Novembre 1972 un ictus fulminante se lo porta via all’età di 55 anni, lasciando improvvisamente un grande vuoto tra i suoi cari.
CONCLUSIONI
Nonno la sua vita l’ha vissuta purtroppo in parte, mi dispiace non aver avuto la fortuna di ascoltare qualche suo racconto. Un messaggio potente adesso mi rimarrà dentro ed è quello che mio nonno, nonostante la scomparsa improvvisa, ha lasciato ai suoi figli e a tutta la famiglia un forte senso di dignità.