14 gennaio 1815, Scilla
Da quasi un anno mi sto dedicando alla ricerca del mio albero genealogico. Fino ad ora le mie ricerche si sono concentrate sugli atti di stato civile dei comuni di Delianuova, Santa Giorgia e Santa Cristina in provincia di Reggio di Calabria; mi sono anche spostata in Sicilia, alla ricerca delle radici siciliane della mia nonna materna.
Negli ultimi giorni ho deciso di dirigere la mia attenzione a Scilla (RC), il paese di nascita della mia “trisavola”, Santa Mariangela Fortunata Paladino.
Le mie ricerche mi hanno portato a scoprire che, oltre alla mia trisavola, c’erano altri sette tra fratelli e sorelle, tra cui Maria Teresa Paladino, che già conoscevo perché aveva sposato un cugino del marito della sorella.
La ricerca, inevitabilmente, mi ha portato indietro negli anni, fino al periodo napoleonico, e giunta al 1815 ho fatto una macabra scoperta: la morte di un notevole numero di persone in un solo giorno e senza che nell’atto di morte di ciascuno fosse registrato alcun motivo. Nel gennaio di quel fatidico anno il forte di Scilla fu colpito da un evento catastrofico che ebbe conseguenze disastrose, non solo per i soldati ivi stanziati ma anche per un notevole numero di civili che abitavano nelle vicinanze.
La cosa mi ha incuriosito e, grazie ai motori di ricerca, sono venuto a scoprire che il 14 gennaio 1815 una folgore colpì il magazzino delle munizioni, facendolo esplodere. A causa di ciò morirono 48 “cacciatori” appartenenti al IV Regimento di Fanteria Leggiera: la loro età era tra i 19 e i 35 anni.
L’esplosione causò il cedimento di una parte del forte e massi e detriti ricaddero sulle abitazioni sottostanti, provocando la morte di un notevole numero di civili, il più giovane dei quali aveva 3 anni: Giuseppe Barresi figlio di Pasquale Barresi e Camilla Martello.
Tra i civili colpiti la sorte più tragica toccò a due intere famiglie, quelle di Giuseppe Paladino e Domenico Giovanni Paladino, con ogni probabilità parenti di Giuseppe Paladino (il mio antenato, figlio di Santo Paladino e Flavia Ungaro), all’epoca ancora celibe. Insieme ai due Paladino trovarono la morte le rispettive mogli ed i tutti i loro figli.
Quel giorno, oltre ai 48 militari, le vittime civili furono circa 27.
Il libro Scilla, Storia, Cultura, Economia a cura di Fulvio Mazza, edito da Rubbettino nel 2002, nella nota 10 di p. 123 ci informa che i figli di Giuseppe Paladino e Rosa Longordo morti quel giorno furono 8 ma nel portale Antenati – archivi per la ricerca anagrafica ne ho individuati solo 7.